Stefano Versace, Re del Gelato, o della Fuffa?

Su invito di Germano, riporto qui il post dal gruppo, in modo che Versace possa leggerlo per esteso, e darci la sua versione dei fatti.

Aggiungerò alcuni elementi che sono emersi nel frattempo.

Per capire come opera il business model di Stefano Versace, dobbiamo partire da un punto focale:

Versace non promuove investimenti. Ti vende invece il “sogno americano”.

(Non a caso è il titolo del suo libro, American Ice Dream, .

Ecco perché ha così tanto successo nell’attrarre capitali.

Stefano Versace e il sogno Americano.

Il suo business non era vendere gelati e manco gelaterie.

Lui vendeva il sogno americano.

Grossa parte dei soldi incassati, venivano spesi in avvocati.

Come funziona il business model di Versace, secondo quanto dichiarato dalle vittime?

Io Antonio, investo il tfr di mio padre e accendo un’ipoteca sulla casa di mia nonna, e faccio all in con Versace.

Non solo per avere una gelateria in Usa, ma soprattutto per VIVERE in Usa.

Nel video che analizzeremo tra poco, lo dice esplicitamente.

Ma cosa succede se, ad esempio (storia successa ad una vittima che chuiameremo Giorgio) il giorno dopo che arrivi in USA, lui ti smonta la gelateria perché andava male?

Semplicemente che il tuo visto non è più valido.

E quindi tu, Giorgio, sei clandestino.

E quindi, passi automaticamente dalla parte del torto.

Perché basta una parola alle autorità, per farti espellere come clandestino.

Perchè Versace cerca investitori in Italia e non negli USA?

Miami, una delle città più ambite per gli investimenti, attrae un flusso costante di capitali, soprattutto dai sudamericani e dalla comunità ebraica.

Ma se i pesci grossi sono quelli, perché lui è andato a pescare pesci piccoli in Italia?

La sua gelateria media, anche la più grande, generava cifre modeste, con incassi annuali che oscillavano tra i 100.000 e i 150.000 dollari.

Nemmeno l’acquisizione della gelateria di Bertoni, con un reddito leggermente superiore a mezzo milione, riusciva a soddisfare le aspettative.
Ma solo grazie al lavoro pregresso di Bertoni.

Numeri bassissimi.

Nessuno, e dico nessuno di avveduto, avrebbe mai investito un centesimo.

Mentre i pesci grossi a Miami restavano indifferenti alle sue attività, il nostro imprenditore intraprendente ha virato verso l’Italia in cerca di nuovi boccaloni.

Considera inoltre he a Miami, Versace è conosciuto per essere uno che fa il vento.

E’ da 5 anni che fa buffi e non paga nessuno, e nessun investitore ha mai recuperato un soldo.

Ecco perché è stato costretto a virare sull’Italia.

Com’è diventato famoso Versace in Italia?

Ho avuto modo di parlare con la casa editrice del suo libro.

Avete presente la copertura mediatica che Versace ha ottenuto in Italia come “Re del Gelato”?

Deriva dalla campagna di PR fatta dalla Casa Editrice che lo ha pubblicato.

A cui era stato presentato (e venduto) dall’agenzia di comunicazione di Roberto Re e soci, come imprenditore ricco, famoso e rispettato negli Stati Uniti.

La casa editrice, da poco aperta, gli ha creduto, e i giornali si sono fidati di quello.

Peccato che abbia mentito e fregato anche loro.

Tanto che non appena si sono accorti della fuffa, hanno rimosso dal loro store il libro e hanno cercato di far rimuovere tutti gli articoli che lo riguardavano (in alcuni casi purtroppo senza riuscirci).

(Il libro purtroppo si trova ancora su Amazon).

In più, sempre perché la gente in Italia si fida degli amici degli amici, e non c’ha sbatta di verificare, Versace era stato addirittura nominato “Ambasciatore delle Eccellenze Italiane negli Stati Uniti”.

Appena si sono accorti della minchiata fatta, per fortuna, almeno loro hanno subito cancellato la nomina.

Anche la casa editrice ha interrotto ogni rapporto dopo soli 8-9 mesi.

Versace, da queste evidenze, non sembra altro che l’ennesimo impostore dalla storia inventata ad uso e consumo dei boccaloni, per spillare loro soldi, come lo sono stati in passato Saba, Scarcella, Proto.

Guarda caso, anche Versace aveva lanciato la bufala di voler acquistare la Sampdoria, da un lato per arruffianarsi la curva, dall’altro per finire pubblicato sui giornali.

(Sta cosa di millantare di voler comprare squadre di calcio è abbastanza comune tra i fuffari, perché ovviamente le società di calcio rispondono alle illazioni, e i giornali condividono. Generando una valanga di PR gratis).

Ma veniamo quindi al video.

Dal palco del power seminar 2018 di Roberto Re

Dopo la campagna mediatica fatta sul libro, Stefano Versace è stato presentato sul palco di un suo power seminar del 2018, con la scusa di raccontare la sua avventura di successo negli Stati Uniti.

Questa, in realtà, si rivelerà una vera e propria vendita da palco, per attrarre altre vittime.

Qui il link, dal canale Youtube di Versace.

https://www.youtube.com/watch?v=7cpvJYajqhg

Il punto più interessante è al minuto 47:56, quando dice davanti a tutti:

47:56 Perché molti mi dicono “mi mandi i bilanci”? Eh Belin, se c’avevo i bilanci andavo in banca.
Cioè, non ce li ho. Non ho ancora una storia da poter raccontare per andare da una banca.

Ma ci sono diverse dichiarazioni ancor più esplicite, precedenti, che potrebbero configurare l’intera faccenda come pubblicità ingannevole.

Infatti…

Roberto Re dice:

4:46 In questo momento se lui schiaccia vede in diretta quante cialde sono state vendute.

Questo significa che ha un gestionale che tiene traccia anche dei dettagli.

Quindi, anche senza bilanci, avrebbe potuto almeno mostrare due dati statistici sulle vendite.

Cosa che non ha fatto.

13:43 Versace afferma che oggi possiede la più grande catena di gelaterie degli Stati Uniti d’America.

Secondo quali dati?

Secondo i registri, prima dell’evento con Re, solo 3 erano le gelaterie “Stefano Versace Gelateria Italiana & Gourmet” esistenti:

Registro aziende

Anche TripAdvisor ne elenca solo 3.

Tutte fallite.

Sono diventate 12 solo dopo l’evento da Re.

Tutte fallite anche quelle.

In quegli anni, le catene che vendevano gelato (non ice-cream) più famose in America erano Paciugo, Amorino e Gelato Go.

Che esistono ancora.

Come esiste l’Osservatorio Sistema Gelato, che monitora le gelaterie negli Stati Uniti: quelle di Versace sono sempre state talmente insignificanti, da non finire nemmeno nei loro radar.

13:49 Abbiamo una trentina di punti vendita. Mi definiscono il re del gelato in America.

Non esistono riscontri sui media di questo.

Forse lui si è autodefinito il Re del Gelato?

E lo ha fatto ripetere fino alla nausea ai giornali italiani?

Negli Stati Uniti, nessuno lo conosceva, né lo conosce oggi.

Versace è totalmente sconosciuto ai media americani.

Durante l’evento parla di avere già 30 gelaterie aperte nel 2018.

Sui giornali italiani del 2018, diceva di averne, invece, tra aperte e in apertura, quasi 20.

In realtà, nel picco massimo, ne aveva 12, per lo più aperte con i soldi dei clienti di Re, tranne le 3 di cui ho già parlato.

20 sui giornali, 30 sul palco, 12 per la questura.

Sul sito

https://stefanoversacegelato.com/our-stores/

Per anni, ha promesso l’apertura di altri 4-5 store, oltre i 12 esistenti.

Cosa mai avvenuta, visto che il Franchising è fallito prima.

14:31 Versace afferma di essere diventato allievo di un grande gelatiere, Bertone, e poi di aver comprato “tutte le gelaterie”: “Le gelaterie di Giulio Bertoni le ho comprate tutte io e Giulio è uno dei miei collaboratori più importanti”.

Vai a vedere le vicende giudiziarie che coinvolgono Versace e Bertone, con tanto di pignoramento a danno di Versace.

Link.

14:44 Versace parla di un “impero”.

Dati a sostegno? Nessuno. Tutti imperatori sulla carta.

15:03,120 c’è solo un modo per far confluire i soldi: spiegarlo coi numeri. Noi italiani spieghiamo con le parole e come diciamo io e Lorenzo (Ait): “quando un uomo con le parole incontra un uomo con i numeri, l’uomo con le parole è un uomo morto”.

Ecco, come mai all’evento non ha saputo mostrare questi numeri, ma ha solo vomitato parole autocelebrative?

15:28 Dice Roberto Re:

“Secondo me hai fatto una cosa molto intelligente, hai creato un progetto, dove tu veramente dai a chi investe la possibilità di un investimento con un ritorno molto elevato rispetto alla media”

Ora, posto che Roberto Re risulta socio di minoranza di Versace, secondo quali dati può affermare ciò durante uno speech di vendita?

(Nonostante Re lo abbia negato più volte (link), che sia socio di Versace è evidente dalla causa presentata contro l’affiliato Uruven (link).

16:11 Qui parte la costruzione della “Vision”, facendo il parallelismo con Grom.
“L’obbiettivo è essere venduti ad un colosso, come successo con Grom”.

18:55 Prospettiva di guadagno.

Qui Versace e Re dicono in modo piuttosto furbetto, e fumoso, che ha costi bassissimi, un ricarico enorme, e pertanto può offrire un “48% l’anno”.

Bilanci a sostegno? Zero.

22:01 Re dice:

“Lui ti dice: tu investi i soldi. Alla peggio non li perdi. Cioè se succede o la sfiga quella gelateria in quella posizione quella cosa Eh non rende, ti garantisco che se ci sono delle perdite, te le ripiano io”.

E invece, i debiti non sono stati ripianati, e le gelaterie sono state chiuse per fallimento.

Altra promessa: se va male, abbiamo solo sbagliato la location, quindi ci spostiamo:

22:50 dice Versace:

“Oltretutto, se non va bene, non è un problema di prodotto, ne ho 30 dico io, vuol dire che funziona. Infatti è una delle tre problematiche che dicono gli americani: o ho sbagliato la location, o la location, o la location. La sposto, c’ha le ruote, sposto tutto quanto a spese mie, finché non trovo quella che funziona”.

Posto che le 30 location non sono mai state dimostrate, ma magari Versace può fornirci le prove…

Qui le cose si fanno strane.

Perché in effetti l’investimento era per delle gelaterie su ruote.

Costruite “all’interno” delle vecchie fiat 500.

Solo che non mi risulta che abbia mai ripianato i debiti, né “spostato” la 500.

A dirla tutta, risultano acquistate meno di una decina di fiat 500 senza motore (link).

23:30: “Statisticamente a me Quanto rende? Circa 50%, 48%, perfetto. È un risultato che otteniamo, e che pensiamo di essere in grado di ottenere. Anzi Probabilmente poter ottenere anche di più; non è 48% su ogni singola gelateria, Ok? Magari c’è quella che fa l’80%, quella che fa meno, però quello è risultato che penso di poter garantire”

Secondo quali statistiche?

Perché non sono state mostrate al pubblico?

Come fa una gelateria su ruote, un chioschetto, con costi fissi prevedibili, ad avere una forbice che dal 48% sale all’80%?

Neanche gli infoprodotti hanno quei margini.

Ricordiamo che il Franchising prometteva di investire anche per il marketing.

24:41 “Se la cosa va male, sono io responsabile. Me l’accollo io. Al massimo su 30, saranno tre che vanno male”

Non mi pare che dichiarando bancarotta, abbia mantenuto questa promessa.

Sono fallite tutte.

E, ripeto, non sono mai state trenta.

Ma ora arriva il bello:

28:49: “Poi ci sono i grandi investitori, che sono dei grossi gruppi finanziari, che con noi hanno investito milioni”.

Versace dice di avere ottenuto milioni da grossi gruppi.

Eppure, questo dato non risulta su nessuna carta depositata nei tribunali.

Anche se fosse…

Perché allora aveva bisogno dei 30-100 mila euro dei corsisti di Re?

Dove sono finiti tutti quei soldi, se le spese erano limitate ad un 12%?

Come si chiamano questi gruppi finanziari?

Perché non sono stati in grado di salvare il Franchising dal collasso?

29:08 "Oggi ho una credibilità Oggi ne abbiamo aperti anche altri. Mi mandi la foto del nuovo business per i quali non ho ancora aperto e c’ho la gente coi soldi che mi dice “visto quello che hai fatto… Questa è bufarella la pizza…”.

Anche Bufarella è fallita. 2 volte. Dopo nemmeno un anno.

38:05 Oggi, a distanza di soltanto 5 anni, sono la catena più grande di gelaterie italiane negli Stati Uniti d’America. E pensate che quando ho iniziato non sapevo neanche come si produceva un gelato.

5 anni di attività.

E nessun bilancio dal mostrare al pubblico.

Né uno straccio di quotidiano o magazine americano, che lo battezzi come il “Re del Gelato”.

A questo punto Re ci mette il carico, da bravo affabulatore da palco, con una tecnica che Germano riconoscerà subito:

44:30: Ok adesso della nuova attività… della pizzeria di Napoli, pizza di Napoli… E lì non hai ancora i numeri, ma hai già gli investitori che sono lì pronti; è la credibilità. Oramai ha una storia di successo quindi ci aspetta che ne fa un’altra simile, ci investo subito ma più veloce di così, eh! È una questione che oramai ti sei creato una credibilità e questo ovviamente ha un valore sul mercato se io domani lancio un progetto nel mondo della formazione c’è gente che vuole investire con me anche se è una cosa innovativa e non si sa.

Vista l’asssenza totale di dati e di riprova sociale, qui Re prova a creare un po’ di autorità a Versace, e a prestargli un po’ della sua:

“Eh, c’ha gli investitori pronti anche per la pizzeria, che altre prove vuoi che sia un uomo di estremo successo?”.

Peccato che l’uomo dei dati si limiti a sciorinare parole. E a mostrare zero dati.
Quindi, per riassumere…

Versace e Re dicono che ci si può fidare grazie a:

  • 5 anni di attività (e bilanci)…
  • Nomea di “Re del Gelato”…
  • 30 store già aperti…
  • La più grande catena di gelateria negli Stati Uniti…
  • Gruppi finanziari che hanno già investito milioni…

Ma…

Non ha uno straccio di bilancio di mostrare ai futuri investitori, che se li avesse avuti, sarebbe andato in banca.

E nessuna banca vuole prestargli i soldi.

La cosa tristemente divertente?

Che c’è una causa (giugno 2017) antecedente a quell’evento di Re, “Uruven contro Versace”, in cui l’affiliato porta in tribunale Versace per “essere stato indotto a investire in un franchising in modo fraudolento”.

Link

Attenzione ad un dettaglio:

Chi cita in giudizio Versace, si lamenta anche che la location sarebbe stata pure svaligiata.

Di tutte le attrezzature (link)

Esattamente come succederà qualche anno dopo ad una gelateria Konos, come potrai verificare dal profilo Facebook di Stefano Versace.

Altro fatto interessante.

Di 73 società in cui è stato coinvolto Versace dal 2018 ad oggi, solo 17 risultano ancora attive.

Di cui 5-6 sono società sono società destinate alla gestione del Franchising…

A voi fare le considerazioni del caso.

Per concludere.

Alla fine del video, Versace vende il sogno americano, come detto ad inizio articolo.

Potete notare come spinga tantissimo sul vendere gli Stati Uniti come terra della libertà, e l’Italia come Paese che ti soffoca.

Tra i pacchetti proposti, cita espressamente quello per ottenere un visto per vivere lì.

47:06 Quale dei tre progetti è quello che vi interessa se quello delle quote quello della gelateria intera che dà diritto al visto per vivere e lavorare negli Stati Uniti d’America legalmente

E qui il cerchio si chiude.

** Perché Versace non rischia quasi nulla negli stati Uniti?**

Contrariamente a quanto millanta, la villa con piscina è affittata, e la Ferrari e noleggiata a lungo termine.

Lui stesso, in un post di qualche anno fa, ammette inoltre di “noleggiarla” a breve termine ad altri, per tirarci su due spicci.

La verità è che non ha un patrimonio aggredibile.

L’unico conto personale che ha, è cointestato alla moglie, e secondo i giudici è impignorabile.

Inoltre, le sue vittime sono sempre stranieri, quindi negli stati Uniti non hanno la stessa tutela legale dei residenti.

Considera che è per questo sceglie fornitori, soci e investitori non residenti in USA.

Perché così sa che difficilmente potrà finire in tribunale e perdere.

Senza contare che un’ora di consulenza con un avvocato negli Stati Uniti ti costa mille dollari, e avviare una causa almeno centomila.

PS Se qualche investitore vuole spiegarci la faccenda delle gelaterie su ruote, poi diventate gelaterie fisse, è il benvenuto.

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Grazie @Antonio_Russo per l’ottimo e dettagliato lavoro.

Sono molto felice di ospitare simili approfondimenti qui su fuffapedia. Sono proprio questi gli interventi che danno enorme valore alla community.

Ovviamente, attendiamo con massima apertura qualsiasi replica Versace vorrà fornire.

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Ciao a tutti.

Sinceramente: non avevo molta voglia di rispondere, per alcune semplici ragioni. Prima di tutto perché una risposta esaustiva a un post del genere porta via un sacco di tempo. Poi perché Facebook non è un luogo adatto a illustrare e spiegare dinamiche che sono molto complesse. Terzo perché normalmente penso che al livore occorra sempre contrapporre indifferenza.

C’è un motivo però per cui alla fine ho deciso di dire la mia qui sotto, almeno su alcuni punti salienti. Ed è che apprezzo questa pagina, per la quale tempo fa aiutai anche a smascherare un millantatore grazie alle mie conoscenze nell’ambiente della Sampdoria. Apprezzo la pagina e stimo Germano, nonostante mi abbia attaccato varie volte (a dimostrazione che se ci sono educazione e intelligenza, e non c’è pregiudizio, si può avere rispetto reciproco e confrontarsi anche senza essere d’accordo).

Ecco quindi qui di seguito alcune precisazioni e considerazioni.

La mia avventura nel mondo del gelato inizia nel 2013 con un solo punto vendita, aperto in società con un antennista di Sky di San Benedetto del Tronto. La gelateria la apriamo nel peggior punto di un mall in decadenza (lo seppi solo un anno dopo), dove erano falliti ben 3 food concept, tutti in meno di 6 mesi dall’apertura.

La nostra gelateria invece ha successo. Ha successo perché? Perché abbiamo il gelato migliore del mondo? No, ve lo dico subito. La qualità a mio avviso contribuisce per il 5-10%, invece la gran parte di quel successo è dovuta a una solida organizzazione aziendale.

La gelateria funziona così bene che molti ci chiedono di replicare il modello. Apro così le prime gelaterie in licensing. Naples, Broward, e Wellington. Qui commetto un paio di errori (spoiler: ne ho commessi diversi in 10 anni): il primo è di pensare che gli italiani sappiano cosa sia un licensing/franchising e che se ero riuscito a gestire una gelateria io (che non avevo mai nemmeno fatto il gelato) potevano farlo tutti; il secondo di aver confuso io stesso i concetti di licensing e franchising con leggerezza.

Il primo errore ha portato ad affidare gelaterie a persone non portate a questo tipo di mestiere e che quindi non hanno avuto successo. Che il problema fosse la gestione e non il modello lo dimostra il fatto che alcune gelaterie vendute a chi sapeva gestirle sono a distanza di anni ancora aperte nella stessa location (vedi Naples).

Il secondo errore mi ha portato a dover rispondere, per aver usato per tre volte su 217 email scambiate con un investitore la parola “franchising”, quando ancora non eravamo un franchising.

La famosa causa con Uruven. Ora, in realtà lì l’investitore aveva messo un nipote a gestire il punto vendita, col risultato di far fallire la gelateria. E così ha trovato un modo per recuperare i soldi per un cavillo. Vi dico la verità: non lo biasimo. Probabilmente in determinate condizioni io avrei fatto lo stesso, anche se è poco cavalleresco. Ma la cavalleria in affari non esiste, o quantomeno è molto rara.

In ogni caso quello rimane un errore mio, che ho anche pagato.

Veniamo al caso del famigerato Giorgio: ha investito in una gelateria aperta e ben funzionante che già aveva distribuito utili ai soci precedenti (a dimostrazione che i numeri li abbiamo e li abbiamo mostrati). L’ha comprata per ottenere il visto. Mentre gli concedevano il visto il mall ha proceduto a una ristrutturazione interna che si è protratta per il triplo del tempo originariamente preventivato. A causa di questa ristrutturazione metà mall è rimasto chiuso, con conseguente drastico calo delle presenze. I costi non erano più sostenibili e la gelateria è stata chiusa. Pur non avendo alcuna responsabilità in decisioni che non dipendono da me, ho proposto allo stesso Giorgio di attendere una nuova gelateria, che avrei offerto senza costi aggiuntivi. Così, quando alla fine trovo la gelateria (Española way) lo convoco in ufficio. Ma invece di arrivare ad ascoltare lui decide di inveire e minacciare. Io sono molto sensibile alle minacce, nel senso che davanti alle minacce chiudo le porte delle negoziazioni. Quindi gli dico ok, in questo caso rispettiamo il contratto. Immagino che non abbia avuto l’onestà di raccontarti questo passaggio, dico bene?

Parliamo del gestionale: era Square di Apple (tutt’ora usato). Roberto Re non lo conoscevo, lo conobbi in gelateria e quando vide il gestionale rimase sorpreso per le mille funzioni che aveva e che mi permetteva di sapere persino i compleanni dei clienti senza che me li comunicassero. I dati mostrati a chi voleva investire con noi, che mandavamo alle persone interessate, venivano proprio da lì. Quindi anche questa accusa di dati mancanti è infondata. La frase “se avessi i numeri andrei in banca” era riferita ai tax return. Ne servono 3 per accedere al credito bancario. Per averne tre devi avere 4 anni di vita imprenditoriale, e all’epoca non li avevo.

Gelaterie in America: in quegli anni le catene erano quelle elencate più noi, Freddo, Bertoni e Grom.

Questo invece è l’elenco dei negozi aperti in questi dieci anni (altro che 12 punti vendita, Russo, su…):

Miami International Mall

Naples

St. Petersburg

Gainesville

Westland

Wellington

Galleria

Aventura

Brickell

Wynwood

Espanola

Sunset harbor

Ocean drive

King of Prussia (3 location)

Springfield mall (2 location)

Oxford valley (2 location)

Willowgrove (2 location)

Coconut grove

South Miami

Sunny Isles

Apple blossom Mall

Georgia Mall

Hollywood blvd

River side (2 location)

Fort Myer

Siesta Key

Montgomery mall

Key Biscayne

Springfield Town Center

Ben oltre i trenta citati.

Anche qui: ho commesso errori? Sì, certo, per esempio aprire il cluster a Philadelphia: zona perfetta per aprire gelaterie dato il più alto numero di mall di lusso degli States, ma investimento prematuro per chi come noi non aveva ancora infrastrutture per reggere un controllo a distanza.

Acquisto gelaterie Bertoni: tutte comprate da noi nonostante sia Amorino sia Gelatogo avessero tentato di acquistarle. Brickell, Aventura, Sunny, Wynwood e Key Biscayne. Quella di Brickell presa dal fallimento della Bertoni Brickell. Il socio brasiliano che rimase dentro alla Bertoni Brickell appena si rese conto che Bertoni era diventato mio socio ha intentato una causa dalla quale non ci siamo nemmeno difesi perché non c’era nulla di attaccabile. Quindi altra imprecisione, piuttosto grande, in quel che sostieni: non è Bertoni che denuncia Versace ma una società col suo nome e senza ragione per farlo.

Ricollocamento gelateria. Avvenuto puntualmente proprio con quella della Zollo che tanto si lamenta dicendo che mi sono intascato il suo TFR (qui credo ci siano i termini per una denuncia di diffamazione). La Zollo investe in una gelateria che non ha successo e a mie spese la ricolloco su RiverSide dalla quale riceve i primi utili 6 mesi prima del tempo previsto (per altro mio padre era uno dei soci con una quota identica a quella della Zollo), poi il parco viene chiuso per ordine del municipio e tutti quelli che erano dentro (tra cui un ristorante di sushi da 2 milioni) perdono l’investimento. Con tanto di servizio di 4 minuti del telegiornale. Alla faccia di invento fregnacce e intasco TFR. Altra balla raccontata o riportata da questo pseudo post-Inchiesta.

Risultati gelaterie: Wynwood, per esempio, ha distribuito agli investitori il 24% per due anni di fila fino all’arrivo del covid. L’altro 24% è andato alla holding. Quindi anche qui i valori sono corretti. Ma si sa, meglio parlare solo di ciò che non è andato bene. Per altro in questa gelateria oltre a investitori italiani c’erano 2 statunitensi (quindi anche qui investivano in noi) e la stessa Value Investor che poi ha investito qualche milione nella holding. E queste poche righe se non sbaglio smentiscono 2/3 menzogne in un solo colpo.

Grandi investitori: il gruppo Value Investor di Monza ha investito con noi oltre 5M. Che carte di tribunale dovrebbero confermarlo? Per altro molti investitori hanno parlato direttamente con gli amministratori di questa società. Quindi o io sono un genio della PNL, e in qualche modo (ipnosi? Sequestro neuronale? Gli entro nei sogni tipo Inception?) incanto investitori sofisticati che analizzano bilanci, P&L e BS e nonostante sia tutta fuffa investono lo stesso, o qualcosa di buono l’abbiamo fatta davvero per convincerli.

Passiamo alla mia amata Sampdoria. Secondo il buon Russo avrei inventato tutto e non avrei mai tentato di acquisirla. Vediamo.

Innanzitutto, come premettevo all’inizio di questa risposta, io sono stato quello che ha aiutato proprio Germano Milite, creatore di questa pagina dove ci stiamo confrontando, a smascherare Matteo Saba quando millantava di voler comprare la Sampdoria. E ho potuto farlo proprio perché avevo contatti diretti con la dirigenza. Persino l’AD della Sampdoria Gianni Panconi (un caro amico da quando avevamo 16 anni) ha più volte confermato i tre tentativi portati avanti dal sottoscritto accompagnato proprio da Panconi, con ben tre fondi (due americani e uno spagnolo) per cercare di toglierla dalle mani di Ferrero. Se non avessi davvero tentato di comprare la Sampdoria, va da sé che Ferrero non avrebbe mai sentito il bisogno di smentire (se ricordate, in un’uscita degna del suo stile mi citò pubblicamente, per sminuire il nostro tentativo di acquisire la proprietà della squadra, come “er gelataro”).

Lo avrei fatto per rabbonirmi la curva, dice Russo. Forse non sa che già 25 anni fa organizzavo trasferte degli ultras con aerei charter 747 da Malpensa al Portogallo e che ero conosciuto nell’ambiente blucerchiato già da prima. Russo, fai una cosa: guarda il bellissimo documentario sulla Sampdoria, “La bella stagione”, il magnifico docufilm di Marco Ponti tratto dal libro di Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Nella seconda metà del film, a un certo punto, si vedono i tifosi all’aeroporto che accompagnano i giocatori nella loro partenza per Londra, dove si giocheranno la coppa dei Campioni contro il Barcellona, la partita della storia per la Sampdoria. Tra quei tifosi c’è un ragazzetto di 16 anni che regge un enorme striscione di dodici metri, il suo striscione, che porta scritto “Sampdoria Club Marche Bobby goal”. Poco dopo lo vediamo accompagnare il presidente Mantovani al check-in. Ancora dopo, ma questo nel film non si vede, quel ragazzetto sale anche lui su un aereo, raggiunge Londra, entra allo stadio, settore K, fila 18, posto 15. Sotto la lettera “T” della scritta ULTRAS. Quel ragazzetto sono io.

Oggi partecipo come ospite fisso a trasmissioni sulla Samp perché quei colori li ho nel cuore da sempre (e da vent’anni anche sulla pelle, gli unici tatuaggi accanto al nome dei miei figli).

Insomma, potrei andare avanti ancora a lungo, smontando una menzogna dopo l’altra, una imprecisione dopo l’altra. Potrei contestare le sciocchezze scritte su Martina Maione che sarebbe sparita (è andata a fare la manager di un grosso ristorante di Miami) o Stefano Addari che dopo 30 anni in cucina ha scelto di “scappare” in Texas (e vorrei vedere, ha ricevuto un’offerta per un lavoro in cui prende il triplo di quello che prendeva da cuoco!).

Potrei parlare del Ristorante Allegria a Hollywood, comprato a 44 mila dollari e venduto al triplo in un anno: questo sarebbe un fallimento? Ok. Lo apprendo adesso. Pensavo fosse un business.

Potrei parlare di Bufarella: lo avevo aperto 3 mesi prima del covid (con soldi miei). Lo abbiamo chiuso durante la pandemia perché la proprietaria pretendeva lo stesso affitto anche col locale chiuso. Sai quando ha trovato un nuovo affittuario, facendo così? DOPO 3 ANNI!

Ecco, il covid. Qui vedo tanta gente che parla come se non ci fosse mai stata la pandemia, come se tutto ciò che è accaduto da marzo del 2020 non avesse influito sull’imprenditoria in alcun modo, men che mai sulla ristorazione. Allora fatemi dire una cosa: ho investitori italiani, argentini, venezuelani e statunitensi. Indovinate quali sono gli unici che fanno commenti infantili o intentano cause senza senso? Eppure tra gli statunitensi che con le difficoltà legate al covid hanno perso l’investimento in gelaterie ci sono fior fior di milionari tra cui presidenti club Ferrari eccetera.

Insomma su tutto potrei rispondere, ma ripeto, non è il mio mestiere. Ho commesso errori? Sì, non lo nego, ne ho commessi molti, anzi, e alcuni erano evitabili. Ce n’è uno che non mi perdono? Sì, quello finale. Aver permesso, per salvare il mio ego e la mia immagine e la mia reputazione, che il controllo dell’azienda finisse in mano a persone che non erano in grado di gestirla e l’hanno portata alla rovina. Badi bene, l’errore imperdonabile non è aver scelto le persone sbagliate (ci sta e l’ho fatto anche altre volte). L’errore è aver messo davanti al bene dell’azienda il mio orgoglio personale. Errore che non commetterò più. Nemmeno con questo post.

Infine, due piccoli appunti sugli asset.

  1. Russo, devi deciderti: o le Ferrari (perché ne ho possedute due, non una) sono in affitto, o sono mie e le affitto io. Non puoi sostenere entrambe le cose

  2. la villa con piscina purtroppo è di proprietà. Dico “purtroppo” perché come chiunque con un minimo di formazione finanziaria saprebbe spiegarti, comprare immobili per andarci a vivere è un errore. Ma nel 2021, in piena pandemia, rischiavamo di non trovare casa con il mercato immobiliare esploso a Miami. Quindi abbiamo obtorto collo dovuto comprarla. Mi è andata bene perché oggi vale il 60% in più in soli due anni, sarebbe andata meglio se l’avessi comprata un anno prima (oggi il valore sarebbe oltre il doppio del prezzo di quel periodo) sarebbe stato un bagno di sangue se l’avessi comprata 18 mesi dopo (col mercato alle stelle). Ma insomma: è mia, ecco.

Insomma, riassumendo: non è vero che la casa è in affitto, non è vero che la Ferrari è in leasing, non è vero che le gelaterie aperte erano 12, non è vero che l’investimento della Zollo non aveva prodotto utili, non è vero che non c’era un gestionale, non è vero che non avevamo numeri da mostrare, non è vero che non abbiamo investitori americani, non è vero che non ho mai cercato di acquistare la Sampdoria, eccetera. Sinceramente, dopo aver evidenziato una tale sequenza di errori e di informazioni carenti in un post che si presenta come un’inchiesta, direi che il mio l’ho fatto.

Spoiler: non tornerò a commentare questo post. Non ho tempo ulteriore da dedicare a questa cosa. Mi occupo di lavorare e di farlo nel migliore di modi per il bene della mia famiglia. Sono circondato da persone che stimo e con le quali continuo a sviluppare progetti (il più grande tra poco lo renderemo noto), vivo con una famiglia straordinaria con la quale abbiamo affrontato qualsiasi momento difficile e goduto ogni successo, abito in un paradiso, frequento solo persone che seleziono perché non sono più costretto a frequentare chi “devo”, sono libero, felice e sereno. Non mi faccio certo il sangue amaro per un post intriso di livore.

Perciò mi fermo qui: Germano mi ha chiesto di replicare, l’ho fatto. Sperando sia stato utile, almeno a capire che prima di parlare delle cose e di mettere alla gogna una persona pubblicando la foto dei suoi figli come fossero tutti criminali, bisognerebbe conoscerle.

Buon anno a tutte e tutti, se avete avuto la pazienza di leggere sin qui direi che ve lo meritate proprio, perché tra Russo e me ve ne abbiamo già preso un bel pezzo.

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Stefano Versace, grazie, per la solita risposta alla Versace.
Priva di dati, che evita accuratamente le domande scottanti.

Hai risposto solo a una parte minima delle evidenze, e al solito, senza fornire dati.

Solo chiacchiere e aneddoti da affabulatore.

Hai risposto, vero, ma senza confutare alcunché.

“Quando un uomo con le parole incontra un uomo con i numeri, l’uomo con le parole è un uomo morto”.

(Ovviamente non c’è bisogno di mostrarli a noi, basterebbe mostrarli in privato a Milite, questi dati).

Direi che hai fatto qui quello che fai con i tuoi investitori.

Captatio benevolentiae, risposte fumose, e fuga tattica.

Una su tutte:

  • Non esistono tracce da nessuna parte delle gelaterie che elenchi, a parte quelle già identificate.
  • Come mai non sono mai state registrate sul sito?
  • Né compaiono sulle piattaforme, dove invece compaiono le altre?
  • Ci puoi dire le date di apertura?

Brickell, Aventura Mall e Wynwood le hai ereditate da Bertone.

Non sono “merito” tuo.

  • E come mai Bertone ti ha fatto causa?

A Monza esiste da registro una sola Value Investors srl, 10004800966.

Qual è la partita iva del gruppo “Value Investor”, o almeno qualche azienda appartenente al gruppo, che non risulta esistere a Monza?

Ho amici a Monza, ci vuole poco a verificare.

Non sono un’entità registrata?

Puoi dirci come si chiamano i 2 investitori statunitensi?

Con la storia sulla Sampdoria hai solo ribadito ciò che hai detto altrove.

Ci puo dire i nomi dei fondi?

Tolta la tua vita da tifoso, e la tua amicizia con i dirigenti della squadra, che appunto non fanno testo perché nessuno smerda un amico in pubblico, ci puoi dire i nomi dei fondi?

Questo ha detto Ferrero:

“Voci sulla cessione? Ancora, ricominciamo? Stefano Versace è uno che vende i gelati e ha fatto sei selfie con me. Questo è un gelataro. E allora mettiamogli la canzone Gelato al cioccolato” ha detto il Viperetta.

“Avete scritto una lista di nomi senza senso” aggiunge Ferrero a Clubdoria46.it. "Avete scritto che la famiglia Moratti è interessata? Moratti? Una cagata inimmaginabile… Avete detto Segafredo, ma chi l’ha mai visto… Gli arabi? S’è vestito da arabo Cairo, avete visto? Non c’è niente - conclude - non vendo un c…o. La Sampdoria me la tengo’.

Non c’è niente.

Solo le tue chiacchiere, e quelle dei giornali.

Poi, oh, magati puoi fornirci una prova, ma sorvoliamo. Non è questo che ci interessa.

“Insomma, potrei andare avanti ancora a lungo, smontando una menzogna dopo l’altra, una imprecisione dopo l’altra”.

Fino ad ora non hai smontato nulla.

Hai riversato parole inutili che fanno nascere altre domande.

Parli del Ristorante Allegria.

Comprato a 1 e venduto a tre. Ok, un successo, posto che sia vero, visto che non hai fornito dati verificabili nemmeno qui.

1 successo solo su 50 fallimenti. Ok.

Non ti rende il Re del Gelato, però.

Nessuno ti fa una colpa dei guai Covid, ma sta di fatto che mentre i tuoi investitori perdevano soldi, TUTTI, tu facevi la bella vita a Miami.

Puoi smentire?

Continui a parlare di investitori milionari.

Senza dire né chi siano, né come abbiano perso tutto, visto che non hai pagato fornitori, soci, investitori.

Sulla Ferrari ho scritto chiaramente: l’hai noleggiata a lungo termine, e la sub-noleggi a breve (anche tramite le app). Non è difficile da capire. Però puoi smentirci facilmente mostrando a Milite l’atto.

Anche sulla villa con piscina, basterebbe per smentirmi un atto di proprietà.

Che puoi girare a Milite, per tutelare la tua privacy.

Sarebbe interessante capire come mai hanno congelato il tuo conto privato, nella causa che ben conosci, e non la villa o l’auto.

Oh, ma tutto è possibile.

Dici che l’investimento della Zollo ha prodotto utili.

Quanto ha potuto recuperare lei?

Passo ad elencare tutto ciò a cui non hai inoltre risposto:

  • Che è successo con la casa editrice?
  • Perché ti è stata ritirata la nomina ad ambasciatore delle eccellenze italiane?
  • Come mai, dopo 5 anni di successi, non avevi bilanci per le banche, o da mostrare all’evento?
  • Quale entità ti ha nominato il “Re del Gelato”?
  • Possiamo vedere un video o un pezzo di carta in cui un qualunque media ti definisce così?
  • Come mai sei sconosciuto all’Osservatorio?
  • Perché non hai ripianato tu le spese, come promesso al Power Seminar, anziché chiedere altri soldi ai tuoi investitori già coinvolti con cospicui assegni?
  • Avevi promesso di fare marketing alle gelaterie: ci puoi dire quali campagne hai realizzato, a parte il rifacimento del logo?
  • Perché di 73 società in cui è stato coinvolto Versace dal 2018 ad oggi, solo 17 risultano ancora attive? Perché decine e decine sono state chiuse senza presentare bilanci?

Per concludere, a parole sei uno che lancia sempre nuovi progetti.

Di cui è impossibile rintracciarne almeno la metà.

Però, stranamente, tu ci guadagni sempre.

I tuoi investitori, invece, non recuperano mai nulla.

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Comunque, nota a margine: se le vicende riportate da Stefano Versace si sono svolte precisamente così, mi si smonta lo storytelling dell’Italia inferno per l’impresa e degli USA paradiso per quest’ultima.
Lavori e ristrutturazioni che durano il doppio/triplo del previsto (in perfetto stile italiano), enti statali o locali che chiudono un polo commerciale e mandano a ramengo chi ci ha investito.
Peraltro, mi pare di capire (o forse è stato omesso perché non rilevante ai fini della risposta) che in tutto ciò le aziende falliscono a causa di decisioni terze senza la possibilità di farsi risarcire.

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Cosa che ovviamente non è vera.

Discussione molto interessante! Vorrei solo dare il mio piccolo contributo sul discorso della casa che, negli USA, è abbastanza facile da verificare, è tutto pubblico. Purtroppo essendo un nuovo utente non mi è permesso inserire link però basta fare una rapida ricerca su Google con i termini “Stefano Versace Miramar” e si può vedere che la casa risulta comprata il 27 luglio 2021 per $660.000 (fonte: blockshopper).

A questo punto sarebbe interessante capire perché non sia stata pignorata, potrebbe avere a che fare con i figli minorenni?

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Presto a Gurulandia?

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Grazie ad @Andy ho trovato un’altra cosa interessante.

Un prestito di 16 mila dollari per Covid.
Nel 2021.
Ma non era milionario?

Altra azienda di Versace chiusa per non aver presentato i bilanci.

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Può essere per lo stesso motivo del conto. La cointestazione.

A questo punto sorge spontanea la domanda: quali gelaterie di successo ha attive Versace oggi?

Altro prestito.

Effettivamente la casa risulta a nome di entrambi, diciamo che se quella fosse la motivazione però mi sembra tutto estremamente semplice, nel senso che se vuoi fare qualcosa di sporco ti basta spostarlo in un conto cointestato e/o comprare qualcosa insieme alla moglie/marito e praticamente si diventa intoccabili?

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Durante la pandemia negli USA hanno stampato come pazzi e per mantenere attiva l’economia hanno dato vari prestiti, moltissimi a fondo perduto, quindi bastava fare la richiesta e se avevi un minimo di documentazione ti davano i soldi senza grossi problemi. Non ti dico le storie che sono venute fuori con chi ha creato società e documenti dal nulla e si è intascato (rubato) milioni di dollari… Dopo un po’ il governo è andato a cercare gente perfino in Montenegro o posti del genere dato che avevano lasciato il paese. Hanno gestito malissimo questa vicenda, prima davano i soldi e poi, a distanza di mesi, iniziavano a verificare a chi li avevano effettivamente dati.

Diciamo che tra tutti i fatti di questa vicenda il prestito, che probabilmente era un grant, è quella che desta meno sospetti, chiunque avesse un business ne ha approfittato perché anche se non fosse stato a fondo perduto gli interessi erano bassissimi se non ricordo male.

Francamente, leggendo tutto il post, per il momento mi sento più vicino alle posizioni di Antonio Russo, il quale ha fornito dati in modo più puntuale e preciso del signor Stefano Versace. Quest’ultimo ha comunque premesso che non aveva nemmeno voglia e tempo per rispondere. Ognuno fa le scelte che preferisce. Se vorrà fornire, anche per il tramite di Germano Milite, i DATI ED I NUMERI, invece di un semplice elenco senza riferimenti e dettagli, sarò bel lieto di leggerlo.

Preciso, a tal proposito, che mi ha mostrato in privato l’effettiva esistenza di almeno 4 degli investitori citati da Russo.

Investitori per la Sampdoria o per le gelaterie?

Diventa ancora più curiosa la vicenda. 4 investitori milionari, ma ha dovuto montare un personaggio che non esiste, in Italia, per raccogliere altri investimenti da italiani, che lui stesso ammette essere i più problematici.

Al che mi sorge u altro dubbio: se lui è così famoso in USA, perché non esiste la versione tradotta del suo libro lì o in Venezuela? Non credo che manchino persone ansiose di vivere con lui il “sogno americano” anche lì.

Aggiungo qu ile evidenze, per evitare che certi messaggi su Facebook non vengano letti. Se non si può fare, mi fermo.

Ci sono molte inesattezze nella replica di Versace. Vero Stefano? La prima gelateria la hai aperta con un’antennista? O vogliamo raccontare la verità?

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Seconda parte.

Peccato, ci ha appena bloccati entrambi su whatsapp 🙂 non credo venga a confrontarsi qui se non vuole farlo nemmeno in privato.

Zero guadagni e dobbiamo ancora riavere soldi da lui.
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