Cosentino sostiene di puntare a 200 milioni come valore per la sua piattaforma “Ulama”. Ma è una cifra plausibile?
Facciamo due semplici (e realistici) calcoli. Vi va?
Se escludiamo i corsi di formazione professionale…
Il mercato della formazione vale in totale 50 milioni di euro all’anno in Italia.
Di fatturato. Che non è guadagno!
Tenete bene a mente questa differenza, per comprendere il resto del post, ok?
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Fatturato: quello che incassi dal cliente.
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Guadagno: quello che ti resta in tasca, pagate tutte le spese.
La fetta più grossa, 35-42 milioni, se la prendono Bardolla e Merenda.
Altri 8 milioni vanno a Roberto Re e Sgarbi.
Poi ci sono altri 5-6 milioni che si dividono i formatori piennellari storici come Cerè, Pesce, Favaretto e compagnia.
Questi dati sono verificabili dai loro bilanci aziendali.
Ad esempio, l’azienda Ekis di Sgarbi fattura 3 milioni in media all’anno, ma realizza utili per soli 30.000 euro, pagando mezzo milione di euro l’anno di stipendi.
Considerando le varie spese, possiamo stimare prudenzialmente che il guadagno reale, i soldi effettivi che restano in tasca alle aziende, siano circa il 10%.
Contando anche i vari investimenti pubblicitari.
Otteniamo 5 milioni di euro.
Quindi, 50 milioni è il fatturato totale di questo settore. 5 milioni è il guadagno che resta in tasca a tutti i formatori italiani.
All’anno. Ogni anno.
400 mila euro al mese da dividere per tutti.
Da questi numeri, dovresti iniziare a capire due cose:
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Con la formazione in italiano non si diventa milionari in un anno.
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Esclusi i Top del settore, consolidati in decenni di attività, agli altri rimangono davvero poche briciole.
(E come dicevo in alcuni post precedenti, Re perde in media 300.000 euro l’anno, Bardolla 400.000 euro)
È evidente che i veri soldi non si fanno con la formazione, soprattutto perché fatturare cifre a 7-8 figure, come amano definirle i Guru, richiede una struttura enorme di decine di persone.
Eppure sentiamo alcuni “guru” vantarsi di guadagnare (non fatturare) milioni al mese solo con la formazione:
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Vadalà dice 2 milioni al mese minimo;
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Big Luca un po’ meno;
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Macorig, Valori, Oreste almeno 1 milione a testa.
Ognuno di loro praticamente dichiara di intascare da solo, senza dipendenti e senza strutture, il doppio dell’intero guadagno disponibile in questo settore in Italia.
Cercate di afferrare questo semplice concetto: se Merenda, Bardolla, Re, Sgarbi, hanno dovuto prendere uffici, dipendenti e collaboratori, per fatturare 3-10-20 milioni, davvero pensate che si possa guadagnare 1 milione al mese dalla propria cameretta a Dubai?
Facendo webinar e workshop online, mentre le aziende storiche devono continuare a fare eventi dal vivo, in sala?
Se persino i ponzi che vendono cripto e corsi di trading sono costretti a fare eventi in sala, pur di catturare nuovi boccaloni…
E hanno una rete di “Ambassador”, che sti guru si sognano…
Davvero pensate che basti fare click click online per incassare milioni?
O pensate che le aziende di formazione storiche siano coglione, e quelli furbi siano i ragazzetti di Dubai?
È da questi numeri che sparano a caso per intortarvi, che si capisce che siamo di fronte non solo a venditori di fumo, ma anche a depensanti che non ha la minima idea del reale giro d’affari del loro settore…
Figuriamoci di quelli dei loro “clienti”.
E infatti, stranamente, nessuno di loro ha mai mostrato bilanci a supporto…
Non vi viene il dubbio che qualcuno vi stia prendendo in giro con questa favola di arricchirsi vendendovi il sogno di diventare coach, formatori, venditori di corsi e infoprodotti a vostra volta?
Davvero credete che un imprenditore smart, che fa milioni con trading, e-commerce, immobili o criptovalute, perderebbe tempo a creare un’aziendina di formazione per guadagnare briciole?
Ecco perché quando leggo deliri del genere che vedi nell’immagine, non posso fare altro che sorridere.
Nemmeno ClickFunnel, di cui Ulama è il clone, oggi sul mercato ha quel valore.
Infatti, nessuno l’ha mai voluto comprare.
State seri per favore.
Vivete in un micro-mondo di boccaloni orbi, che incula boccaloni ciechi, vendendogli la speranza di guadagnare milioni con roba da cui nemmeno loro riescono a guadagnare milioni.
P.S. Se non siete troppo ingenui, avrete capito che anche quei network che vendono “corsi” su trading, criptovalute ecc. non fanno veramente soldi con i corsi, ma intrappolando i propri promotori con promesse di guadagno facil e automatico in schemi di investimento discutibili, esattamente come faceva la premiata ditta Re/Versace.
Il corsetto di formazione è la tagliola che usano per intrappolare le vittime, e vendergli investimenti onerosi, senza rischiare che la Consob intervenga.
PPS E vi assicuro che nel mercato americano le cose non girano meglio.
Anche lì è pieno di cazzari i cui millantati risultati sono solo frutto di invenzioni a puro uso e consumo dei boccaloni.
E sì, parlo anche dei vari Brunson, Hormozi, Cardone etc.