Il Gatto e la volpe del web: i perché della rottura (totale)

In tanti mi hanno chiesto di chiarire i motivi della rottura totale con l’associazione “Il Gatto e la volpe del web”. Mi auguro che questo mio post riassuntivo sia una risposta efficace e, magari, un’occasione di riflessione per Norcia e Borsetto in merito al comportamento avuto nei miei confronti nell’ultimo anno in particolare. Partirò con un paragone forte, ma a mio avviso molto efficace ed utile a comprendere bene la gravità di quanto successo.

Immaginate un’associazione contro la violenza sulle donne, che ha collaborato per qualche anno con una giornalista che ha fatto della lotta agli stupratori e del sostegno alle vittime di violenza sessuale una missione professionale.

Ecco: immaginate che un giorno, nel gruppo Facebook di tale associazione, compaia uno degli stupratori (condannati in via definitiva) scoperti dalla giornalista, iniziando a diffamarla pesantemente e costantemente, con link a portali poi messi giù in seguito ad un ordine del tribunale.

La collega, molto scossa, segnala la cosa al presidente dell’associazione, ovviamente anche amministratore del gruppo. Gli dice anche che, avendola bloccata, lo stupratore di fatto non le permette neppure di rispondere e quindi il diritto di replica le viene negato. Non solo: un tesserato dell’associazione, addirittura, intrattiene un fitto e costante scambio amichevole con lo stupratore, rilanciando i suoi link diffamatori ed attaccando a sua volta (costantemente) tale giornalista anche fuori dal gruppo, “inseguendola” su tutti i suoi profili social ed arrivando a contattare via mail, linkando i portali diffamatori, anche le università che la ospitano a convegni a tema.

Il tesserato, ex membro di una setta, perseguita la giornalista accusandola di essere una manipolatrice, una bugiarda cronica, una fallita e regalandole una serie infinita di illazioni, sottintesi e riferimenti che hanno il solo ed ossessivo scopo di denigrare lei, il suo lavoro, la sua moralità e rettitudine professionale.

Anche questa cosa viene segnalata al presidente dell’associazione, che ancora una volta liquida la questione come “un affare personale” tra la giornalista ed i due personaggi in questione.

E dunque i commenti restano lì sul gruppo, senza replica, per circa 10 mesi. I fondatori dell’associazione, come un duo di Ponzio Pilato, neppure intervengono per chiedere agli autori di smetterla o di sbloccare la giornalista per permetterle una replica.
Eppure, il presidente dell’associazione, rassicura la diffamata che non ha nulla contro di lei e che non condivide ciò che i due diffondono da quasi un anno anche sul suo stesso gruppo.

Poi succede un altro fatto grave, che rappresenta l’ultima goccia: la cronista ha un’altra accesa discussione online con il suo persecutore e tesserato all’associazione. Pochi minuti dopo, la vicepresidente dall’associazione lo tagga sul gruppo celebrandolo come “Onesto cittadino”, che ha contribuito a svelare l’identità di un altro noto stupratore.

A quel punto la collega decide che la misura è colma ed inizia a taggare presidente e vicepresidente, chiedendo conto pubblicamente dei loro comportamenti, dei riferimenti aciduli continui alla sua attività scritti anche da loro stessi nei mesi precedenti.

I due non rispondono mai, ignorando tag, domande e riflessioni. Decidono però di fare qualcosa di incredibile: fanno finta di nulla in merito alle azioni del tesserato/persecutore, ma bannano la giornalista dal gruppo, insieme allo stupratore che per mesi è stato lasciato libero di diffamarla.
Poi, cancellano ogni commento diffamatorio, bannando all’istante anche i numerosi altri utenti che, saputo della vicenda, chiedevano spiegazioni e/o esprimevano critiche sulla gestione generale della cosa. Tra i bannati ci sono anche membri storici che hanno praticamente co-fondato il gruppo.

Ora, anche se questa giornalista vi risulta molto antipatica, ci sono elementi di oggettività che fanno capire da quale parte sta il torto e da quale sta la ragione (totale). Chi è vittima e chi carnefice.

Ho voluto utilizzare questa traslazione per dare un messaggio forte ed inequivocabile sulla gravità dei comportamenti messi in atto da questa realtà, che risponde al nome del “Gatto e la Volpe nel Web” ed è (almeno in teoria) un’associazione nazionale che dice di occuparsi di tutela ai consumatori!
Presidente è Alessandro Norcia, mentre vicepresidente è Alessia Borsetto. Li ritenevo amici, pensate. Poi almeno alleati, poi non nemici ed alla fine…beh le azioni da loro compiute parlano più di ogni altra parola e mi feriscono molto.

Gli altri due protagonisti sono il signor Pier Paolo Caselli, tesserato dell’associazione ed ex membro di Scientology, che per oltre un anno mi ha perseguitato (sotto c’è la sua mail inviata ai dirigenti e docenti dell’Università Degli Studi di Bari) ed il pluripregiudicato Matteo Saba, denunciato dal sottoscritto per diffamazione e stalking e condannato in via definitiva per truffa e distruzione/occultamente di documenti contabili, nonché denunciato per truffa ed appropriazione indebita anche proprio da un ex tesserato del Gatto e la Volpe del Web. Ancora: protagonista di numerose inchieste ed interviste a suoi ex clienti, che riferiscono tutti di avergli affidato capitali mai più rivisti.

Ecco: un’associazione a tutela dei consumatori che tiene nel suo gruppo un condannato in via definitiva per truffa, denunciato per lo stesso reato da un tesserato ed intento a diffamare senza contradditorio un giornalista che condivide gli stessi obiettivi dell’associazione, che tipo di figura fa? Direi non egregia.

Ho scritto questo posto con l’auspicio che, chi combatte per obiettivi comuni, si riscopra nuovamente capace di percorrere la stessa strada, senza fare sgambetti odiosi e degradanti.

MATERIALE PROBATORIO

Caselli scrive all’Università degli Studi di Bari e mi dà del disturbato su Linkedin


[Alessia Borsetto celebra “l’onesto cittadino” Caselli](IL GATTO E LA VOLPE nel web | In nome di tutta l'Associazione vogliamo fare un pubblico ringraziamento a Pier Paolo Caselli che ci ha fornito il suo supporto nell'individuare alcun... | Facebook)
Borsetto Caselli

Uno dei numerosi commenti di Matteo Saba (con interazione di Caselli) non moderati

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Germano, ti seguo da anni anche se non scrivo molto.
Posso capire la rabbia, ma non dare altra visibilità ai falliti che tanto ci penserà la storia a dimenticarli.

In bocca al lupo per tutto,
Alessandro

Ciao @Alessandro_Guidi

Guarda, in realtà non ha senso parlare di “dare visibilità” e non voglio parlare neppure di “falliti”. Con loro ho frottuosamente collaborato per circa 2 anni ed abbiamo fatto anche ottime cose insieme.

Me ne occupo prima di tutto perché in tanti conosco entrambi i gruppi e sanno appunto della nostra collaborazione passata. A queste persone dovevo chiarezza.

La visibilità, poi, può essere positiva o negativa. Qui penso siamo nella seconda ipotesi. Ovviamente, tutto fatto praticamente da loro. Da soli.

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Germano, quando uno si vende l’anima non resta nulla da fare se non lasciarlo andare per la sua strada. Bene hai fatto a riassumere la vicenda anche se era tutto abbastanza evidente. La lettera di Caselli all’Università con a mano le “prove” create da SABA poi dice tutto del soggetto in questione. Personaggio irricevibile.
E spero che la questione della lettera non finisca qui. Una querela per diffamazione aggravata ci sta tutta. Comprendo la rabbia e l’amarezza per il Gatto e la Volpe; quando soprattutto ci si sente traditi nell’anima e non riconosci più una persona nei valori che pensavi identici ai tuoi.
Come è scritto sul vittoriale: “Io ho quel che ho donato”
Fufflix intanto è già in orbita!

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