Lorita Tinelli stroncata dal Cesnur per la sua pubblicazione sulle sette

Un posto d’onore su Fuffapedia, forum che in pochi mesi è divenuto non a caso punto di riferimento italiano della salvaguardia contro la “fuffa”, non potevamo non riservarlo alla dottoressa Lorita Tinelli, già oggetto di un nostro primo approfondimento a firma dell’ottimo Gianmarco Crinieri.

Abbiamo deciso di tornare sulla dottoressa Tinelli per una serie di ragioni: la prima è che ci ha denunciati per diffamazione, senza aver mai voluto replicare alla nostra prima inchiesta e volevamo quindi lanciare (ancora una volta, per i meno attenti) un segnale chiaro, ovvero che le denunce non ci intimidiscono e non ci fermano. Anzi, ci spingono ad approfondire ulteriormente la storia dei denuncianti, per confermare che non ci scagliamo mai contro qualcuno senza solide e ben verificate ragioni. Che la diffamazione non ci appartiene e che, se qualcuno finisce sotto la nostra lente d’ingrandimento, è perché c’è molta sostanza riscontrata durante le nostre indagini preliminari di riscontro, verifica e testimonianza.

La seconda è che, da quando abbiamo pubblicato il primo lavoro, Tinelli offende e diffama il giovanissimo autore della stessa, definito (vedi screen sotto) un “utile idiota”, “morto di fame”, “venduto” e provando a bullizzarlo (sicuramente in linea con il codice deontologico del suo ordine d’appartenenza) per il lavoro da camierere che ha svolto (anche) per pagarsi gli studi all’estero.

Non paga, la signora, definisce anche il sottoscritto come a capo di una sorta di “nuova mafia”, nonché in realtà manovrato (o pagato?) addirittura da Scientology.

Non ci credete? Vi sembra tutto troppo delirante per una professionista che vuole confermare una certa credibilità e continenza? Bene, anzi male, perché tutto ciò che vi ho riferito costei lo scrive chiaro, in pubblico, con spregio del ridicolo (e a proposito di effettiva diffamazione) sui suoi blindatissimi profili social, dove a noi è per altro negata ogni replica.


Insomma: come gestione delle critiche, delle proprie reazioni alle stesse e della propria reputazione online, forse occorre qualche ripetizione.

Ma non è finita qui, perché la signora Tinelli, che a quanto abbiamo potuto apprendere ha la querela fin troppo facile e si sente costantemente diffamata, pur vedendo poi altrettanto costantemente archiviate le proprie denunce, è in realtà destinataria di un rinvio a giudizio proprio per diffamazione, i cui dettagli abbiamo ricevuto di recente e che ci riserviamo di analizzare nello specifico più avanti.

LA STRONCATURA DEL CESNUR ALL’UNICA OPERA PUBBLICATA

Della tendenza tinelliana a “gonfiare” il cv e le competenze/esperienze professionali, abbiamo appunto largamento parlato nel nostro primo articolo, ma qui ci interessa soffermarci su qualcosa di sicuro interesse che è appena arrivato alla nostra redazione.

Dovete sapere, infatti, che delle diverse “pubblicazioni” citate nel cv da Tinelli, di fatto una sola può definirsi sul serio tale, ovvero non esclusivamente autoprodotta/autopubblicata su blog autogestiti senza un pelo di autoreferenzialità. Parliamo del libro “Sette e manipolazione mentale”, pubblicato nell’edizione abbastanza fresca nel 2023.

Già dalle primissime righe, la recensione del professor Luigi Berzano, dell’Università di Torino, lascia intendere che quella che andremo a leggere sarà una stroncatura praticamente totale. Per Berzano, infatti, il libro “presenta due tipologie di problematiche: la prima di ordine logico-metodologico, la seconda di ordine contenutistico”.

Insomma, non pare esserci spazio per interpretazioni. Il tempo di lettura della recensione è di appena 8-9 minuti e vi invitiamo ad investirli, perché ci sono parti sul serio eloquenti in merito alla qualità e precisione nell’opera di ricerca della dottoressa “esperte di sette”.

In un altro estratto, si legge infatti che:"Poiché gli autori non danno alcuna definizione del fenomeno su cui intendono “riportare l’attenzione”, cioè quello delle “sette”, nonostante affermino che esso sia molto “discusso” e “studiato”, l’impianto strutturale del libro risulta privo di qualsivoglia fondamento logico, cioè, una base teorica da cui scaturirebbero eventuali esemplificazioni che potrebbero, come gli autori affermano, dimostrare

Insomma: dell’unica, vera pubblicazione su quello che è il “cuore” del lavoro tinelliano, pluriennale, troviamo una stroncatura totale e molto ben argomentata e diffusa dal Cesnur.

“Ok, ma il Cesnur cosa rappresenta?”, si chiederà qualcuno non esperto di certi temi, legittimamente. Nulla di che, in effetti: solo il più attivo centro studi italiano sulle nuove religioni.

Ora, Tinelli e chi (ancora) la sostiene a spada tratta ignorando le tante evidenze già emerse, potranno dire che il Cesnur è “troppo morbido” con realtà come Scientology (che poi sarebbero pure i nostri finanziatori occulti, ma shhhh!!). Anzi, che addirittura fa lobbying per difendere questo tipo di realtà decisamente controverse.

Ma ciò che conta, in questo caso, come emerge in maniera ineludibile dalla recensione e dalle argomentazioni in essa contenute, è che la pubblicazione sul mondo delle sette è ritenuta priva di senso logico e metodologico poiché priva di concretezza e prove a suffragio delle tesi emerse.

Mai come in questo caso, dunque, non conta tanto chi espone una tesi, ma quanto tale tesi è solida.

A questo punto, il colpo di scena di questa nuova (e non certo ultima) puntata delle tinelliadi deve essere ben chiaro al lettore: una psicologa, che ha l’abitudine di diffamare chi la critica in maniera argomentata e continente, presenta una pubblicazione sul mondo delle nuove religioni.

Quello che da diversi esperti anche internazionali è considerato tra i più autorevoli organi d’analisi sul mondo delle nuove religioni, argomentando nel merito, sostiene che tale lavoro sia praticamente inutile. Uno schiaffo morale e non solo personale da far girar la testa. Ennesima dimostrazione che, piuttosto di lanciare accuse delirante su presunti moventi occulti ed offendere sul personale l’autore di un’inchiesta, se si è sul serio competenti ed autorevoli su un tema, è sempre meglio discutere nel merito delle accuse mosse.

Se non lo si fa, è perché evidentemente tali accuse sono sia solide che ben espresse. Di sicuro, che hanno un “senso metologico e logico” carente in altre, pretenziose opere.

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