Ragionamento interessante: voglio provare a sviscerare un pensiero, limitando quanto possibile il numero di cagate che posso scrivere in un solo commento.
Purtroppo, uno dei downsides delle democrazie è proprio quella libertà di espressione che viene, per forza di cose, data anche a stupidi, ignoranti e matti. La libertà è libertà, cieca e ottusa, a volte.
Vogliamo garantire pari diritti e pari libertà di parola a tutti? Allora dobbiamo anche garantire all’ultimo degli idioti la possibilità di esprimersi, com’è giusto che sia in un sistema che accetta tutte le diversità, anche cognitive.
Io non sono completamente d’accordo, ma è ininfluente: i social media hanno dato prova di essere più dannosi che altro in questo senso. La potenza di un articolo scientifico pubblicato su una rivista, un giornale o anche un sito web, perde di forza di fronte a centinaia di post fasulli e smontabili che rimbalzano nei gruppi Facebook e vengono pompati dal cieco algoritmo, e che vengono letti dal decuplo di persone rispetto all’articolo sul Bosone di Higgs.
Ho detto Facebook, ma potrei dire Instagram, TikTok, X, LinkedIn: ognuno con le sue peculiarità. Se Facebook premia la pseudo-scienza, il misticismo e le teorie complottiste, Instagram premia una sorta di opposizione all’innovazione, al cambiamento, alle notizie ufficiali e ai dati oggettivi; se LinkedIn permette a qualunque triennale di farsi chiamare Dr. e a qualunque esperienza alle bancarelle di diventare “Sales Manager”, TikTok esalta la dipendenza da dopamina generata da un video solo forma e 0 sostanza, ma: “ehi, mi piace, aspetta che condivido il nulla”.
Come risolverlo? Eh, bella domanda: aumentando il tasso di alfabetizzazione funzionale, limitando il numero di fake news, consapevolizzazione sociale, bla bla bla.
Voglio andare controcorrente: e se lasciassimo che questi imbelli dicano le peggiori cagate? Se garantissimo la massima libertà di dimostrare la propria stupidità a chiunque abbia un telefono ed una connessione internet?
A parte che prima di internet ciò avveniva comunque: nelle piazze, nei luoghi pubblici, nei bar, nei centri aperti alla massa (l’unica differenza è che adesso sono virtuali, non fisici).
C’era comunque la diffusione di notizie irrilevanti, false, e tutto il resto del circo che adesso vediamo: solo che era più controllata, tra diffusione delle notizie “senza fili”, via giornali e proprio fisicamente, per il numero di ascoltatori.
Pensiamoci un attimo: non è forse il caso, se riteniamo di poter produrre menti indipendenti, di poter permettere agli animali di scorrazzare nel cortile, senza che mettiamo anche noi a raspare per terra e a scorrazzare in giro?
(Senza offesa, quella degli animali è una metafora).
Perché non lasciamo le persone “irrilevanti” libere di dimostrare la loro irrilevanza?
Se sappiamo differenziare tra ritardato cognitivo e persona attendibile, tra deficitario di connessioni sinaptiche e scienziato, sapremo anche insegnare, e limitare il fenomeno, proprio perché queste “irrilevanze”, spesso, sono autoevidenti: non c’è neanche bisogno di sforzarsi più di tanto nel debunking.
Questa società si è formata anche grazie al contributo in negativo di persone che nulla avevano da dare, se non solo un esempio di cosa non bisogna diventare come cittadini, persone e professionisti.
Ovviamente tutto ha un limite: le fake news, le teorie del complotto, i gruppi Feisbuc, etc. " Ci siamo capiti" (cit.)