Alex Theory - Dalle Gallette all’Infobusiness?

Ed ecco qua che, girovagando sull’Instagram, mi appare un Ads alquanto singolare: è lui, il maestro assoluto delle gallette. Alex Theory.

Solo che questa volta non si parla di gallette, e neanche di palestra…

Si parla di successo.

Il video presenta diversi claim, più o meno interessanti, più o meno… gureschi (?)

  • Parte dicendo che questo video è dedicato a chi vuole cambiare la propria vita ed uscire dalla mediocrità, condito da circa una decina di “c@zzo” detti nell’arco di 2 miniti cronometrati (insomma, iniziamo bene…)

  • Da qui in poi ci pone le 2 possibilità che la vita ci offre per tentare la scalata verso il successo: Fuffaguru e Università

  • I prossimi minuti sono appunto dedicati per descrivere il fenomeno dei fuffaguru, criticando la spietatezza di questi personaggi e ribadendo più volte che la loro :poop: non può funzionare, e che i loro corsi non potranno mai portarti al successo (e fin qua, nulla piove)

  • Appurata l’inutilità totale dei fuffas, analizza la 2a opportunità: l’Università.
    Qui ci dice che se vogliamo fare un mestiere come il medico/avvocato/ingegnere è necessario studiare duro e laurearsi il prima possibile.
    Spiega poi che l’Università difficilmente ti renderà milionario da neolaureato, e per questo non ti permetterà di raggiungere il successo tanto desiderato (ed effettivamente ha ragione, se vogliamo avere alte possibilità di diventare milionari sia i fuffaguru che l’università sono strade a bassa probabilità di successo, seppur la 2a sia infinitamente meglio della 1a)

  • Continua dicendo che se vogliamo il successo dobbiamo perseverare, sbagliare e tirare il dado fino a che esce 6, fino a che otteniamo il successo, senza arrenderci mai e poi mai (e anche qua, “sì”, effettivamente ha ragione)

  • Da qua in poi partono dei claim da fuffaguru, affermando che il posto fisso a 4.000€ netti al mese è la “morte dell’ambizione”, seppur i migliori dirigenti italiani riescono a malapena a sfiorare queste cifre (insomma, puntare alla Luna è da sfigati, minimo devi puntare alle Stelle)

  • Poi parte un flex totale sulle sue aziende, facendo notare che nessun ricco noto utilizza i metodi di guadagno “clicca clicca”, ma hanno aziende vere e strutturate come le sue (ed effettivamente è vero, lui è un imprenditore a tutti gli effetti a differenza di alcuni soggetti che si proclamano tali)

  • Conclude con una “call to action” per iscriversi al suo webinar con una landing in pieno stile fuffaguru con copy palesemente persuasivo

Ora, io personalmente non me la sono sentita di metterlo fra i “fake-guru” perché non so ancora cosa ci riserva, e cosa ci venderà dopo il webinar.

Il punto è che la struttura, il funnel, il copy, i claim… sono troppo, ma troppo simili a quelli di un venditore di videocorsi.

Magari crea veramente un corso di valore su come aprire una VERA azienda, parlando di fiscalità, di come gestire collaboratori, quali contratti usare per risparmiare tasse (es. Apprendistato), come contattare e gestire i fornitori, i clienti… dove posizionare la sede fisica e perché…

Insomma, se fa un corso che poi mi permette di partire col piede giusto per aprire una pizzeria, una paninoteca, dandomi la conoscenza per fare scelte intelligenti senza improvvisare a fare l’imprenditore… potrebbe essere un corso anche interessante.

Ma dubito che sia così.

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Analizziamo con calma la situazione per sommi capi.

  • Inizia con una frase fatta, una delle peggiori dei fuffaguru. Quella di uscire dalla mediocrità. Perché lui ce l’ha fatta, col petto scolpito di fuori. Partiamo maluccio.

  • L’affermazione sull’Univeristà si basa su un fatto concreto, ma snocciolato male.
    Chiunque abbia frequentato una facoltà, sa bene che c’è sempre un nutrito gruppo di elementi “guastatelli” di bambini mantenuti dai genitori, che vanno pure fuori corso volontariamente tra una serata a bere e l’altra, e soprattutto se ne escono con frasi del tipo “a me non frega un cazzo, voglio il pezzo di carta, la mia scrivania e guadagnare senza fatica per diritto”.
    Escono con questa convinzione dall’Università, e il mondo reale li prende a pizze talmente tonanti che si sente ancora l’eco, costantemente.
    Vanno in depressione, si affidano a metodi facili, insomma diventano prede dei fuffaguru.

Ecco il discorso posto da lui, male, che si basa su questi soggetti.
Tuttavia i soggetti di successo usciti dai corsi di laurea sono i primi a sapere che dopo c’è da farsi il culo.
Andate da un avvocato di successo e chiedetegli quanti anni di apprendistato a fare le fotocopie si è fatto, ad esempio.
Ma questo ovviamente a livelli di marketing non è attraente.

  • Sulla perseveranza non mi trova d’accordo.
    Si può perseverare quando hai le chiappe coperte.
    Se io ho 100k e tiro il dado 10 volte, può non uscire mai 6, posso bruciarmi tutto il patrimonio e finire sotto ad un ponte. Può succedere, succede.
    La perseveranza va applicata in altre maniere, quando un progetto fatica a decollare e ti viene di mollarlo, mentre magari devi tenere la testa bassa e darci sotto…

  • Frasi fatte sui guadagni mensili… bla bla bla…
    Puntare alle stelle? Io conosco calciatori di Serie A che i milioni che hanno guadagnato se li sono mangiati e ora tirano avanti a fare i facchini.
    Punti alle stelle, e se poi non hai il carburante per tornare sulla Terra? Chi ti salva?
    Chi si “accontenta” non è quasi mai in errore, perché ha trovato la sua dimensione.
    Con il posto fisso a 4k il Mercedes te lo compri… ah giusto, o Lamborghini o niente…

  • Le sue aziende ci sono, io stesso le ho controllate e hanno anche dei feedback molto positivi.
    Sinceramente, fossi in lui, come altri marchi punterei ad espandermi. Magari cercare location in altre città e divenire un marchio estremamente esteso.
    Ma sinceramente… io so che le palestre non se la passano bene, perché le iscrizioni sono sempre meno in un mondo di eterni pigri.

Il suo business gallette è regolare, anche il sito è tutto a norma (per quel che ho controllato).

Non è un fuffaguru, è un frontman molto folkloristico, ma le cose che sta dicendo fanno suonare alcuni campanelli d’allarme.

Stiamo a vedere come si evolve.

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Ma co quella thumbnail c’è pure bisogno di fare ulteriori discorsi?

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Ma un link per iscriversi a sto webinar? Mi avete incuriosito.

Non riuscirò mai a guardarlo ma magari una replica si

“maestro assoluto delle gallette”… :man_facepalming:t2:

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parole sue non mie :sweat_smile:

ECCO LA LIVE, vediamo come evolve la situazione

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Me lo sono visto a sezioni a ritroso, tipo il film Memento.

Ad un certo punto gli escono un paio di puttanate galattiche (mi spiace ma non so come definirle altrimenti).

La più grossa è quando uno chiede info in merito all’apertura di una agenzia funebre.
Loro scattano a molla “grande idea! C’è un business dietro incredibile! I Business borderline che non vuole fare nessuno funzionano!!!”

Puttanate.

Ho come clienti tra le maggiori agenzie funebri di Roma (e per privacy non dirò quali).
A parte che quando investono, hanno da parte delle cifre incredibili. E queste cifre provengono spesso dai genitori.
Perché molte delle realtà funebri in auge, sono tutte ereditate da famiglie che hanno iniziato nell’epoca d’oro, mettendo da parte i capitali per stabilizzarsi e mantenersi fortissimi sul mercato anche oggi.
Parliamo anche con le agenzie più piccole, e non a caso di recente una di queste non ha mancato di darci qualche numero, del tipo che con la media di morti giornalieri e il numero di agenzie aperte sul territorio, praticamente il 95% di queste rimangono a bocca asciutta.
Soprattutto perché la maggior parte di questi decessi vengono gestiti esclusivamente dalle realtà più forti, che hanno una presa solida con contatti interni in ospedali/autorità/etc per i quali vengono contattati per primi, sempre.

Ad un ragazzo che fa ancora l’università, quindi, che stracazzo gli vai a dire “siiii! business eccellente! Vai sereno!”
Ma davvero zio?

Seconda cosa: mette in fila le gallette e lo fa passare per un lavoro noioso che però è andato benissimo perché ci sono stati sotto di testa, volontà e via dicendo. Ben vengano concorrenti nel settore perché loro si sono stancati.
Tuttavia analizzano la storia (correttamente) della salita di questo business: controlli sanitari, controlli merceologici, dislocazione merci, trasporto, ingredientistica…
Tutto giusto, ma lo completano con un secco “dovete studiare prima”.

Purtroppo nel settore gastronomico questo è errato.
Si parte in genere da un’idea/piano, lo si sviluppa e si studia GRADUALMENTE lo step successivo.
Totalmente inutile farsi un pappardone di 200 ore senza applicazione immediata, anche perché in Italia le normative sanitarie cambiano di anno in anno, pertanto si richiedono aggiornamenti costanti.
La stessa HACCP necessita e fornisce corsi di aggiornamento periodici sulle procedure per tutti i tipi di operatori gastronomici. Perché un bel giorno puoi mettere le gallette sul tavolo per fare scena, il mese dopo qualcuno decide che quella è una procedura tossica, quindi quello che hai studiato è da rivedere completamente.

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E proseguiamo.

Business degli autolavaggi, altra grande idea high ticket per lavare il macchinone a chi spende.

Gli autolavaggi sono un fallimento. Le normative impongono ci sia una struttura di recupero acque sporche/nere/contaminate che praticamente nessuno rispetta perché controproducente a livello di costi.
Allo stesso tempo difficile trovare in concessione immobili da adibire all’uso, perché si necessita di unità in sezione C/3 per quanto riguarda i negozi cittadini o D/7 per impianti più grandi.
Quindi quasi impossibile che un proprietario accordi il cambio del suo negozio in affitto da C/1 a 3, poiché questo comporterebbe una perdita di valore, unita a tutti quei disbrighi normativi e strutturali per gli allacci degli impianti di raccolta acque reflue.
Magari un D/7, ma i genere si tratta di strutture grosse, magazzini, dispendiosi anche solo per le cifre di affitto.

In sostanza, quando lo recuperi sto investimento?

Ah giusto, tu poi lavi le Lamborghini a 100 Euro ogni 5 minuti.
Peccato che l’indiano che poi ti apre a fianco lo fa per 15…

Stendo un velo pietoso sul consiglio di rendere edificabile un terreno agricolo, quando queste sono decisioni che rientrano nel piano di regolamentazione generale comunale.
Quindi se hanno deciso che una zona ha raggiunto la massima cubatura, tu li manco uno sgabuzzino ci fai (mica sono stronzi quei poveracci che vendono senza successo pure 100 ettari di terreno agricolo eh…).

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Mi sento di consigliare questo video (che esce direttamente consigliato a fianco della live).

Durata video giusta ed esame perfetto delle gallette, senza critiche immotivate o altro.

Fatevi un’idea.

le GALLETTE di ALEX THEORY sono una TRUFFA?? (youtube.com)

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Partendo dal video consigliato della recensione delle gallette, sono andato a vedere altri 3-4 recensioni e i giudizi sembrano unanimi che il prezzo non vale la galletta.
E che i suoi tanti urli e televendite da tv regionali, alla fine lasciano un po’ interdetti nella realtà.

Il prodotto, dopo la viralità iniziale, sembra scricchiolare un po’, basta vedere la tendenza di interesse su google trends e vediamo il calo, scendendo al di sotto delle “normali” gallette di riso da supermercato.

Diciamocelo, sa intrattenere (a chi piace) e nell’azienda alimentare è riuscito ad avere un buon successo. Aspettiamo il bilancio 2023, che riguarda il picco ma vedremo con più interesse quello del 2024 che riguarderà il down di interesse. Le ads ci sono, sicuramente avranno investito, e vedremo nei prossimi mesi se hanno investito bene.

Concorrenza che se volesse, potrebbe annientarlo fra nuovi gusti, GDO, pubblicità e marketing. Scotti, Fiorentini, etc. Potrebbero anche aver analizzato che non c’è interesse a fare nuove linee se, idealmente, con un passaggio tv in prima serata fatturano come un anno di alex.

Annusando l’aria che tira, si sta promuovendo come formatore e antiguru. Sicuramente è meglio di tanti altri, ma personalmente questo urlare non piace, fosse anche la reincarnazione di Marchionne (amato od odiato che sia).

Interessante, che introducono (mai sentito dai guru) il concetto del lavoro e dello studio, ma alla fine del viaggio, ti possono salvare loro con i loro corsi (ma solo se sei un imprenditore).

Alla fine cercano di monetizzare il target che ormai ha nel naso la puzza dei vari dubaiguru e che magari cerca ancora dove spendere quei 5000€ annui in formazione che gli pesano in tasca.

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hanno pure lasciato gratis sul loro sito 16 ore di formazione che ho guardato, sembra ci sia del contenuto…almeno non compri a scatola chiusa guardando un webinar su yt…

Ottimo approfondimento, al quale aggiungerei anche i recenti sviluppi visti nelle varie live con Germano ospite.

Gli stessi Alex e Frank hanno optato per un cambio di rotta, passando da un “no GDO” ad un “ci tocca entrare nelle GDO”
Certo, significa mettersi in concorrenza con grossi titani che non hanno problemi di nessun tipo, e contro i quali non puoi sventolare fatturati come armi.

Ma questo è un problema di tutti i settori nell’epoca moderna.
In qualsiasi mondo uno si voglia inserire, la domanda critica è “c’è qualcuno che lo ha già fatto 100 volte meglio di te o può farlo 1000 volte meglio dopo di te?”
E la risposta è quasi sempre “si”.

C’è anche da dire che a mio avviso hanno effettuato uno snaturamento del concetto di galletta.
Si tratta infatti di alimenti prettamente dietetici, quindi che senso ha riempirli di sale oppure fare delle varianti con Nutella/Caramello/Cocco/Croccantini/M&Ms/etc etc etc?
Ti costano un’ecatombe in produzione e te le snobbano tutti gli sportivi, anzi sotto i video di queste gallette molti commenti citano “vabbé ma in pratica non faccio prima a spararmi un panino con la nutella piuttosto che pagarti le gallette?”

Ecco anche perché sul dolce la Fiorentini produce a malapena 4 gusti artefatti e poco trovabili nei supermercati (io prendo quelle al mirtillo, lo confesso, mi salvano la vita durante le notti insonni).

Non parliamo poi dello snocciolato segreto della polvere, che rende qualsiasi galletta industriale buona come le sue.

Insomma hanno raggiunto l’apice di un business che è andato anche benino e si gettano sull’infobusiness.

Ma a questo punto, da imprenditore, mi viene da fargli una domanda.
Se le gallette le propone solo su mercato nazionale (a fronte anche delle normative alimentari, HACCP, Asl e via dicendo) e iniziano a scricchiolare… perché non provare il mercato estero avendo una filiera già organizzata?

Io ad esempio sono in stretto contatto con una azienda di New York che ti fa entrare il prodotto mettendolo in regola con la FDA in tutto lo stato americano. Certo, da preventivi già fatti ad altri clienti c’è da spendicchiare parecchio, ma se ti ricavi una bella nicchietta californiana di vendita gallette made in Italy non lo potresti (ri)fare il botto?
Possibile che loro stessi che si definiscono (e sicuramente sono) imprenditori d’assalto non hanno vagliato questo tipo di espansione e non hanno contatti utili per imbastire la strada?

Segnalo questo video che recensisce, in modo molto equilibrato e pacato, la University di Theory (parte gratuita e consulenza di vendita)

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Sto ascoltando i 2 moduli gratuiti, diciamo che per il prezzo non sono male. Ma sono informazioni che si trovano su libri da 30-50€.

Certo devi sbatterti a sceglierli, evitare le boiate amazon, comprarli e leggerli.

Non tutti gli imprenditori ne hanno voglia-tempo. Il corso tutto sommato te lo ascolti anche in giro, anche se la app non blocca il salvaschermo del cellulare e quindi va spesso in pausa, molto molto noiosa. Magari c’è un’impostazione nascosta, poi ci smanetterò.

Critica alle agenzie. Questa cosa delle agenzie fa rodere il culo a parecchi formatori, merenda, loro, big, etc. Sono evidentemente i loro principali competitor perche gestiscono e creano (quelle brave) strategie on e offline, creano valore, pubblicità, comunicazione, etc.

Cose di cui i formatori si sono appropriati, spesso senza averne reali conoscenze per poterle insegnare al grande pubblico.

Come dice alex il mondo è complesso. Ci sono molte altre categorie di agenzie oltre queste due. Troppa semplificazione per me.

Il sunto è che se sei il suo target e ti piace il personaggio probabilmente pagherai entusiasta il suo corso, cosi come i vari eventi formativi.

Domanda aperta: come ci si può proporre come esperti di marketing ignorando le basi?

Mi chiedo seriamente come alcune persone possano definirsi esperti di marketing e management, considerando alcune incongruenze evidenti.

Proviamo a fare un po’ di ordine.

Il caso di Frank Theory

Frank è un ragazzo sicuramente capace, ma giovane (23-26 anni).

Fino a due anni fa, faceva il manovale, come ha ammesso lui stesso.

Ora si propone come il “futuro Marchionne” e viene pubblicizzato come il miglior manager d’Italia.

Piccolo dettaglio: Marchionne non era forte nel marketing.

Frank invece si dichiara esperto anche in questo, anzi, il migliore.

Ma quali risultati concreti lo dimostrano?

Chiacchiere.

Solo ciò che affermano lui e Alex nelle live.

Bene. Analizziamo queste affermazioni, allora.

Alex e le promesse straordinarie

Alex, più grande di età di Frank, promette di trasformare la tua azienda in una macchina da milioni dopo una sola consulenza.

“Vieni da noi che raddrizziamo la tua azienda e fai un milione entro il prossimo anno”.

Questa è la frase che ripete come un mantra ad ogni azienda analizzata.

Basta guardare i video di Pump My Business o Theory Got Talent per vedere queste promesse in azione.

Addirittura si vanta di poter far guadagnare più soldi a Ferrari e Rolex, “ampliando la produzione”.

Altro errore da dilettanti del marketing.

Se esistono le edizioni limitate, e hanno liste di attesa, è voluto proprio per aumentare la percezione di lusso.

Se aumenti le edizioni di lusso ogni anno, è ovvio che si perde l’aura di esclusività.

Senza contare che se hanno almeno 48 mesi di attesa, vuol dire che hanno anche un collo di bottiglia fisico.

Alex è certo che aumentando la produzione, quindi impianti e operai, aumenterebbero i miliardi incassati.

Loro, no.

E visto che non esistono casi nel lusso che sostengano la tua tesi, fossi in lui, lascerei perdere certi consigli, che lo fanno apparire un bimbo che vuole giocare a fare il grande.

Chi si è presentato come lui nel settore formazione è stato solo Big Luca, e si è visto che fine ha fatto.

Il lusso è un’altra cosa, e evidentemente siete troppo giovani per cogliere certe sfumature.

Per giunta, in ogni video Alex dice di essere un genio.

Di essere Dio.

Non scherzo.

(In alcuni video si comporta e parla esattamente come Big Luca, in altri sembra il cosplay di Fabrizio Corona).

Ma quali risultati confermano questa genialità?

Guardiamo i fatti:

Vende gallette da anni.

Sul palco ha detto che fa 3 milioni all’anno con quelle.

Poi 6 milioni.

Oggi dovremmo essere a 10 milioni.

Ci mostrerà mai i dati a conferma?

Ci mostrerà mai quanto fa davvero con le gallette, quanto con le palestre, e quanto con la formazione?

I suoi corsi oggi costano 300 euro se ne prendi uno, 500 se ne prendi due.

Non ci va nemmeno in pareggio.

Non parliamo poi degli evidenti difetti della sala formazione (assenza di slide, finestre dietro il palco che accecano i corsisti, che di notte diventano specchi e che favoriscono la distrazione, sala a tunnel etc,)…

Non parliamo del fatto che mentre la sala diventa sempre più grande, i corsisti diventano sempre meno, nonostante abbia ridotto drasticamente i prezzi…

Guardando i bilanci, e per sua stessa ammissione in alcuni video, è chiaro che con le gallette a malapena raggiunga il punto di pareggio.

Da quando ha lanciato l’University, la pubblicità sulle gallette è via via andata scomparendo (basta guardare Facebook e Google) e dopo settembre hanno smesso di fare Ads sulle Gallette.

Le ultime recensioni su TrustPilot parlano di gallette stantie, come se fossero fondi di magazzino.

Ma sicuro che siano ancora in produzione?

Da alcune loro affermazioni fumose, si intuisce che abbiano in realtà abbandonato quel business.

Senza contare che queste benedette gallette ora sembrino introvabili sia negli store online, che offline.

Ora, in live Alex promette da mesi l’apertura di un laboratorio di nutrizione, il “quarto più grande d’Italia”.

E da almeno novembre ne ritarda l’apertura.

Ora addirittura ha smesso di parlarne.

E considerando che, come da lui stesso detto, questo laboratorio produrrebbe anche le gallette…

Tante cose collidono.

Ora, prima regola base del marketing: se con il tuo prodotto vai in pareggio, la prima cosa che dovresti fare e cercare di guadagnare con altra roba venduta in cross sell agli stessi clienti.

Invece di lanciare alimenti affini per palestranti, hanno lanciato un corso di formazione, che c’entra poco con il loro mercato primario.

Hanno preso nel database gente che compra gallette, quindi il loro prodotto successivo avrebbe dovuto essere almeno un integratore.

Non un corso su come diventare Theory.

Non un fantomatico project X, che ha imbarcato una vagonata di ragazzini, e che dopo mesi non si sa cosa faccia.

Anche qui, loro dicono che sta andando “benissimo”.

Risultati? Non si sa nemmeno cosa sia.

In effetti hanno pure provato a lanciare il loro energy drink - e anche qui, un esperto di marketing non avrebbe mai azzardato a farlo in bootstrapping, perché la concorrenza è spietata, servono decine di milioni solo per il lancio, e le probabilità sono molto basse.

Questo mercato richiede investimenti enormi (decine di milioni per il lancio) e ha una concorrenza spietata.

Perfino Coca-Cola ha sempre faticato a imporsi, tant’è che ha dovuto comprare una quota di Monster, ma loro ci hanno provato.

Immagino che il Ministero glielo abbia bloccato, perché se superi una certa dose di caffeina, devi per forza registrarlo come integratore, scrivere delle avvertenze, etc.

Lui, l’esperto con aziende vere nel settore food, non lo sapeva.

Risultato?

Prodotto ritirato dal mercato (per sua stessa ammissione in più di un video).

Un genio si sarebbe almeno fatto guidare da un consulente per la parte legale… Ma va bene anche qui.

Sono passati - quanto? Mesi? Un anno? - da quel tentativo.

Bastavano davvero pochi mesi per rifare il packaging a norma, notificare come integratore il drink, e rilanciarlo.

Cosa che promette da mesi.

“Stiamo per lanciarlo di nuovo”.

Mai fatto.

Invece, si è dedicato alla formazione.

Facci vedere i dati

Alex si vanta di essere l’unico formatore con aziende vere.

Hanno pure avuto l’intelligente idea di rendere in percezione la Holding più grande, accorpando i fatturati di palestre, gallette, etc.

Ma perché fanno vedere solo i fatturati della University, e non hanno mai fatto vedere quelli delle palestre?

Dove sono i bilanci delle palestre?

Quanto fatturano davvero le gallette?

Quali sono le spese in Ads per l’University?

Quante sono le palestre davvero aperte?

A proposito delle palestre: ripete di essere il migliore nel Branding, e di aver reso obsoleti Ries e Trout.

Ma la palestra si chiama Green Theory.

Che richiama un po’ troppo da vicino la Orange Theory.

Possibile che un esperto come lui non sappia che se la Orange inizia a infastidirsi, può fare causa per milioni di dollari?

La gestione interna della holding

Secondo le dichiarazioni e i bilanci, Frank e altri soci sono inquadrati come operai, pur svolgendo mansioni manageriali.

La holding non ha quadri né dirigenti ufficialmente.

Inoltre, sembra che alcuni soci abbiano versato soldi ad Alex in cambio di azioni virtuali (non reali), ma queste quote non risultano nei bilanci.

L’unico proprietario formale resta Alex.

Frank, da quanto mi pare di capire, avrebbe addirittura chiesto un prestito per acquistare ulteriori quote che non sono chiare legalmente.

La situazione sembra così confusa da sembrare quasi uno schema ponzi: i soci versano soldi per entrare e poi ricevono indietro i propri stessi soldi sotto forma di compensi da dipendenti?

Comunicazione fumosa e problemi legali

Parlano sempre dello straordinario successo di loro studenti in uno o due mesi.

Lo hanno fatto anche da Germano in live.

E i nomi? I numeri? Possibile che, come tutti gli altri fuffaguru, dobbiamo fidarci solo delle vostre parole?

Sorvolo anche sul fatto che il loro Simo ormai censuri qualunque domanda scomoda sul loro canale YouTube.

Ormai hanno adottato lo stile di comunicazione fumoso di Big Luca.

Ed è evidente a tutti.

Non sono conosciuti nei mercati che vorrebbero aggredire (quelli di Merenda o IOL) e diversi fornitori lamentano accordi non mantenuti e fatture non pagate.

A livello operativo: Frank dichiara di lavorare senza pause, ferie o rispetto dei limiti di legge.

Addirittura si vanta di dormire poco.

Alex si vanta di far lavorare i suoi soci/dipendenti anche sabato, domenica e di notte.

Tutto ok?

Hanno almeno il giorno libero?

Certi atteggiamenti richiamano un po’ troppo da vicino i meccanismi d setta.

Anche il “festeggiamo capodanno insieme” sembrava l’ennesima scusa per far pagare la cena aziendale a quattro clienti un po’ polletti.

Alla prima ispezione dell’ispettorato del lavoro, sicuro che non rischino?

C’è un’enorme discrepanza tra l’immagine che vogliono trasmettere e la realtà dei fatti, almeno per quanto traspare da bilanci, dichiarazioni e operato.

Mi chiedo: perché continuano a insistere su una trasparenza che sembra mancare?

In ultimo:

Dei veri esperti di marketing, sanno che il target lusso e il target risparmio, sono agli antipodi.

Loro vogliono rivolgersi al target risparmio.

Scelta discutibile, ma va bene.

Fatti loro.

Ma un esperto di posizionamento come si vanta di essere Alex, ha totalmente mancato un punto essenziale: il posizionamento percepito è determinante, soprattutto per chi opera nel marketing e nella consulenza.

Se decidi di posizionarti come esperto per “ragazzini aspiranti imprenditori” o per chi cerca soluzioni low cost, è quasi impossibile attrarre aziende di lusso o clienti di fascia alta.

Ed infatti è lo stesso errore fatto da Big Luke.

Questo accade perché, nel mondo del lusso, tutto si gioca sulla reputazione e sull’immagine, più che sul prezzo o sulla velocità dei risultati.

Quando un brand costruisce la propria immagine puntando a un pubblico giovane e inesperto, manda un messaggio chiaro sul proprio target.

Così facendo, esclude automaticamente settori come quello del lusso, dove prestigio e status sono la chiave di ogni decisione.

Le aziende di fascia alta non cercano solo risultati tangibili: vogliono collaborare con partner che riflettano la loro immagine esclusiva e rafforzino la percezione di qualità tra gli stakeholder.

Affidarsi a un’agenzia creativa di prestigio non è solo una questione di strategia, ma anche una dichiarazione pubblica del loro standard.

Un esempio calzante è quello di IOL (Intraprenditori Online), che ha scelto di rivolgersi a un target di massa con offerte accessibili.

Questo posizionamento li ha resi riconoscibili nel mercato del “consulente per tutti”, ma li ha esclusi automaticamente dal mondo del lusso.

Le aziende del lusso, infatti, non cercano soluzioni percepite come alla portata di chiunque: per loro, il partner è un elemento distintivo che aggiunge valore simbolico alla collaborazione.

Più è esclusivo, più è appetitoso.

Posizionandosi come “esperti per giovani imprenditori e catene low cost”, il rischio per loro è evidente.

Prima di tutto, si precludono la possibilità di lavorare con clienti di alto profilo, poiché non vengono percepiti come interlocutori credibili per chi opera in contesti esclusivi.

Inoltre, rischiano di costruirsi una reputazione limitante, associata a soluzioni entry-level anziché al successo aziendale di fascia alta.

Infine, questa scelta potrebbe compromettere la crescita futura: una volta affibbiata un’etichetta, è difficile cambiarla senza un lungo e costoso processo di riposizionamento.

In sintesi, stanno puntando su un posizionamento rapido e facile, che però rischia di intrappolarli in una nicchia limitante.

Nel marketing, cercare di essere “per tutti” spesso significa non essere davvero per nessuno, soprattutto nei settori in cui la percezione del prestigio è cruciale.

Concludo con un pensiero sul “soddisfatti o rimborsati”.

Alex non ha voluto fare il rimborso chiaramente perché si è sentito offeso dal fatto che il ragazzo non abbia percepito o almeno apprezzato tutto il valore ricevuto.

Caro Alex, hai sbagliato settore, e hai sbagliato garanzia, allora!

Il valore nel marketing è quanto di più complicato si possa vendere.

Motivo per cui offrire la garanzia basandosi non sui risultati, ma sulla soddisfazione, è pericoloso.

La clausola “Soddisfatto o rimborsato” si basa sulla percezione soggettiva del cliente, che è per sua natura personale, fallace e non contestabile.

Non si lega a parametri tecnici o dimostrabili, come potrebbe essere il concetto di “fatto a regola d’arte”.

O al più fumoso “valore trasmesso”.

Questo sposta completamente l’asse del potere decisionale nelle mani del cliente: se lui non si sente soddisfatto, per qualsiasi motivo, ha diritto al rimborso.

Non a caso è SODDISFATTO o rimborsato e non “Tanto valore o rimborsato”.

Per finire, una nota sul ritardo patologico di Alex e Frank.

Anche o vostri clienti lavorano.

Anche il loro tempo è di valore.

Non gli state facendo un favore a presentarvi.

Anche se è un bonus, è qualcosa che hanno pagato.

Se la Tesla mi offre come bonus l’assistenza, e poi l’assistenza mi fa aspettare sei mesi, non è un bonus. E’ un malus.

Perché mi crea un danno.

Capisco che ti senta in diritto di ritardare, come si usa fare tra gli arricchiti.

Ma sei nel mondo dei professionisti, non ad un evento mondano.

Il concetto di autorità non è solo “fare come mi pare,” ma farlo con rigore e rispetto del tempo altrui.

Un professionista autorevole decide dove e quando, ma una volta stabilito, mantiene la parola con precisione assoluta.

L’appuntamento non è solo un incontro, è una promessa: rispettarlo significa trasmettere serietà e affidabilità.

Chi arriva in ritardo o si comporta in modo approssimativo non sarà mai preso sul serio dagli imprenditori o dai clienti di un certo livello.

Potrà forse impressionare chi è alle prime armi, ma non costruirà mai una reputazione solida nel lungo termine.

L’autorità vera si conquista con disciplina, non con arroganza.

Il tuo tipo di mentalità porta inevitabilmente al fallimento, perché manca una base solida di umiltà e professionalità.

Perfino Briatore, che ha un personaggio assolutamente sopra le righe, rispetta al centesimo di secondo gli appuntamenti.

Per due motivi:

  • Primo, rispetto verso la persona che ti ha dato la sua disponibilità.
  • Secondo, rispetto per la sua agenda.

Perché sa che ritardando un appuntamento, a ruota manderà all’aria i successivi, scontentando tutti.

Non voglio dire che i tuoi ritardi siano voluti, per carità.

Ma la puntualità nel mondo di bimbi grandi è il primo requisito.

Non hai solo tu altri impegni, e non sei solo tu l’imprenditore.

Per quanto riguarda i corsi dal vivo, Alex si vanta di “far notte” per offrire valore.

Ciò che non dice è che i corsi iniziano un po’ quando gli pare.

Non rispettano mai gli orai nemmeno lì.

Tant’è che corsi che dovrebbero iniziare alle 9, iniziano alle 11.

Sessioni che dovrebbero riprendere alle 14, iniziano con ore di ritardo.

Alex parla tanto di crearsi una mentalità da militari, ma i militari non fanno ritardo. MAI.

Insomma, anche qui, tanta apparenza, tanto accademismo, poca sostanza.

Per finire, guardate le palestre.

L’immagine è delle più squallide.

Online il verde è fluorescente.

Ma dal vivo, è verde scuro.

Un esperto di Branding sa che nero su verde è illeggibile. E il logo sembra fatto con Paint.

E’ davvero brutto.

Ma poi la ghianda quale idea dovrebbe rappresentare?

Altra nota stonata.

Guardate le location delle palestre.

Le più grandi sono cattedrali nel deserto.

Capannoni (ex sedi di supermercati o della fallita TNT) brutti da vedere, in zone o sperdute, o malfamate, o totalmente prive di passaggio.

Sono zone in cui una donna avrebbe paura di passeggiare di giorno, figuriamoci dopo il tramonto.

Quella a Livorno, ad esempio:

Sperduta in una zona di periferia deserta.

Chi potrebbe mai percepire questo come “lusso accessibile”?

Questa è una di quelle più assurde:

Ma c’è di peggio:

Insomma, a pensar male si potrebbe credere che questi capannoni, che lui si vanta di affittare con trattative da mediatore di livello mondiale, non siano altro che strutture rimaste sfitte per anni, magari di proprietà del padre – imprenditore edile – o di qualche suo conoscente, che glieli passa mentre lui li riempie di macchinari.

Un gioco di specchi e illusioni, costruito su misura per una Holding che esiste più nelle parole che nei fatti.

La realtà? Alex sembra preparato solo sulla carta, come un nerd che ha letto tanti libri, ma nella pratica dimostra troppa poca umiltà e poca esperienza reale.

Come un Big Luca, un Basalari o un Corona qualunque.

In ultimo, Alex aveva aperto un FitClub.

In piena Statale.

Con uno striminzito parcheggio.

E’ da un anno che non aggiornano i canali Social di questo posto.

Che fine ha fatto? Come sta andando? Ha chiuso?

Visto che dicono di essere i primi imprenditori al mondo a voler parlare della loro scalata al miliardo, per istruire noi poveri sprovveduti, perché non parlano anche di quelli che sembrano fallimenti evidenti?

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Aveva iniziato parlando di 40 soci, sulla barca ad agosto.

Che sono diventati 30 a fine anno.

Ora sono 25.

Dice che l’azienda valga 25 milioni.

Anzi, dice “valutata 25 milioni in 5 anni”.

Ok, a parte che sembra una supercazzola, ma… chi l’ha valutata? :thinking:

E soprattutto, su cosa si basa questa cifra?

  • È il fatturato a giustificare il valore? E con quali margini di profitto?
  • Ci sono ricavi ricorrenti o dipende tutto da vendite occasionali?
  • Il brand ha davvero un valore o è solo un logo brutto con due pagine social?
  • Ci sono asset tangibili (immobili, brevetti, magazzino) o è tutto “potenziale di crescita”? Perché ha tutto in affitto.
  • Hanno considerato i debiti o stanno pesando l’auto senza il motore? Perché gli attrezzi prima o poi andranno pagati.

25 milioni esattamente per quali asset?

Un laboratorio di gallette di Schroedinger?

4 attrezzi da pagare in capannoni affittati?

E’ importante capirlo, visto che definisce se stesso e Frank “milionari”, a causa di queste quote.
Quote societarie virtuali, che non esistono, visto che siamo di fronte ad una srl, di cui, da visura, risulta l’unico socio.

Ormai il buon Alex delira, confermando di non capire ciò che legge.

In una delle ultime live, sosteneva che la prima causa di morte per gli uomini primitivi fosse il tumore al polmone, causato dal fumo passivo del fuoco acceso dentro la caverna.

Il cancro ai polmoni è oggi la principale causa di morte per cancro, ma non lo era per gli uomini primitivi, che avevano aspettative di vita molto più brevi e affrontavano minacce più immediate come malattie infettive, predatori e condizioni ambientali ostili.

Il fumo di sigaretta, non quello del fuoco nelle caverne, è il principale fattore di rischio, e l’esposizione al fumo passivo di tabacco, non alla legna, è collegata all’aumento del rischio nei non fumatori.

La confusione di Alex dimostra una mancanza di comprensione dei dati scientifici attuali sul cancro ai polmoni e dei contesti storici dell’evoluzione umana.

E se vale per questo argomento, figuriamoci per tutto il resto.

Salve leggendo nei commenti ho visto che è stato dichiarato in uno dei video che i soci di Alessandro lavorano fine settimana e notti. Qualcuno può postare il video se conosce la fonte?